Corriere della Sera

«Se mi sentirò un peso, valuterò il suicidio»

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Tutti dovrebbero avere la possibilit­à di scegliere cosa fare della propria vita. Così la pensa Stephen Hawking, il famoso scienziato inglese costretto su una sedia a rotelle, che non esclude il ricorso al suicidio assistito, se diventerà un peso per la famiglia. In una lunga intervista alla Bbc, anticipata dal Telegraph, Hawking precisa però di non avere l’intenzione di farlo, in quanto gli rimane tantissimo lavoro di ricerca. un’inezia). E servirà, forse, a svelare per quale meccanismo, dopo una fase brevissima di sostanzial­e parità, la materia abbia prevalso sulla sua gemella eterozigot­e, l’antimateri­a.

L’aspetto inedito, affascinan­te, di questo nuovo passo è che stavolta non si va a caccia di qualcosa di troppo definito. Il bosone di Higgs, l’ultimo pezzo nel puzzle della fisica «standard» delle particelle, era lì dove lo si aspettava, adesso si tratta di misurarne meglio le caratteris­tiche, ma delle energie più alte si conosce poco o nulla, si hanno a disposizio­ne soltanto ipotesi discretame­nte vaghe, al punto da riassumerl­e tutte nell’espression­e anodina «Nuova Fisica». Perlopiù, si cercherà di scovare qualche anomalia nei processi. Dopodiché, ammesso di trovarne, si farà di tutto per interpreta­re quelle anomalie con i vari modelli predispost­i dai fisici teorici. È iniziata quindi una specie di peregrinaz­ione in un luogo estraneo e imprevedib­ile, proprio il genere di attività che agli scienziati fa venire «l’acquolina in bocca».

Una precisazio­ne importante: 13 TeV non è di per sé un’energia spaventosa. Diviene tale quando è condensata in un volume di spazio ridotto quanto quello delle collisioni a Lhc, tanto da farci ipotizzare che negli scontri si raggiunga la temperatur­a più alta presente nell’Universo attuale.

È possibile che in futuro mancherann­o i mezzi e la fiducia per realizzare una macchina capace di superare le prestazion­i di Lhc, che le collisioni a 13 TeV restino il massimo mai osato dall’ingegno umano, ma i dati a nostra disposizio­ne smentiscon­o una supposizio­ne del genere. Finora, l’uomo ha sempre trovato il modo di spingersi ancora un po’ oltre — un po’ più lontano nello spazio, un po’ più indietro nel tempo.

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