L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLE PREFERENZE
Anno dopo anno, i due fronti appaiono sempre più distanti. Da un lato, dentro l’arena politica, c’è chi innalza il totem delle preferenze: forze politiche e movimenti d’opinione, che combattono perché ai cittadini venga data la possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento. Un fronte piuttosto esteso, che ha dispiegato tutta la sua forza contro l’Italicum, la nuova legge elettorale, sotto attacco (anche) per il peso dato ai capilista bloccati, che lasciano il mazzo delle carte nelle mani delle segreterie.
Dall’altro lato, fuori dall’arena, da osservatori ma anche in veste di attori protagonisti, ci sono quegli stessi cittadini, sempre meno inclini a scrivere uno o più nomi sulla scheda. Il trend è nitido e lo dimostrano diversi studi, come quello dell’Istituto Cattaneo curato da Rinaldo Vignati e pubblicato dal Mulino: mentre dal 1995 al 2005 il tasso di utilizzo delle preferenze è stato in costante crescita, dal 2010 si è registrato un graduale ma inesorabile declino. Lo si è potuto constatare alle ultime elezioni europee, nonché alle Regionali di domenica scorsa. Persino in Campania flettono. E lo stesso Movimento 5 Stelle, portavessillo di questo «strumento di democrazia», attrae più voti di opinione che non i singoli candidati.
Certo, è anche l’esito di un distacco dal Palazzo e della minore credibilità diffusa dei candidati, così come è noto che una parte del voto di preferenza è considerato legato a meccanismi clientelari. Meccanismi che ora cigolano anche per il taglio delle risorse pubbliche.
E allora quale potrebbe essere la via più accorta per rendere l’elettore protagonista, in assenza di un sistema uninominale di collegio? Le primarie, dopo quello che si è visto in Campania e Liguria con la comparsa delle truppe cammellate? Forse no. Ora sarebbe interessante sapere davvero che cosa ne pensano gli elettori. Quella della preferenza non sembra l’opzione preferita. Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it