Corriere della Sera

L’INSOSTENIB­ILE LEGGEREZZA DELLE PREFERENZE

- Di Marco Ascione

Anno dopo anno, i due fronti appaiono sempre più distanti. Da un lato, dentro l’arena politica, c’è chi innalza il totem delle preferenze: forze politiche e movimenti d’opinione, che combattono perché ai cittadini venga data la possibilit­à di scegliere chi mandare in Parlamento. Un fronte piuttosto esteso, che ha dispiegato tutta la sua forza contro l’Italicum, la nuova legge elettorale, sotto attacco (anche) per il peso dato ai capilista bloccati, che lasciano il mazzo delle carte nelle mani delle segreterie.

Dall’altro lato, fuori dall’arena, da osservator­i ma anche in veste di attori protagonis­ti, ci sono quegli stessi cittadini, sempre meno inclini a scrivere uno o più nomi sulla scheda. Il trend è nitido e lo dimostrano diversi studi, come quello dell’Istituto Cattaneo curato da Rinaldo Vignati e pubblicato dal Mulino: mentre dal 1995 al 2005 il tasso di utilizzo delle preferenze è stato in costante crescita, dal 2010 si è registrato un graduale ma inesorabil­e declino. Lo si è potuto constatare alle ultime elezioni europee, nonché alle Regionali di domenica scorsa. Persino in Campania flettono. E lo stesso Movimento 5 Stelle, portavessi­llo di questo «strumento di democrazia», attrae più voti di opinione che non i singoli candidati.

Certo, è anche l’esito di un distacco dal Palazzo e della minore credibilit­à diffusa dei candidati, così come è noto che una parte del voto di preferenza è considerat­o legato a meccanismi clientelar­i. Meccanismi che ora cigolano anche per il taglio delle risorse pubbliche.

E allora quale potrebbe essere la via più accorta per rendere l’elettore protagonis­ta, in assenza di un sistema uninominal­e di collegio? Le primarie, dopo quello che si è visto in Campania e Liguria con la comparsa delle truppe cammellate? Forse no. Ora sarebbe interessan­te sapere davvero che cosa ne pensano gli elettori. Quella della preferenza non sembra l’opzione preferita. Su Corriere.it Puoi condivider­e sui social network le analisi dei nostri editoriali­sti e commentato­ri: le trovi su www.corriere.it

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy