Corriere della Sera

SE LA CURA ANTICANCRO DIVENTA TROPPO COSTOSA

- Adriana Bazzi

Niente «olaparib» per le donne con tumore all’ovaio. Non è la prima volta che l’Nhi, il sistema sanitario inglese (meglio, la sua emanazione che si occupa dei costi sanitari, il Nice) nega il rimborso a un nuovo antitumora­le perché ritiene il prezzo troppo elevato rispetto ai benefici per i malati. Adesso è toccato all’olaparib (costa 5.700 euro al mese circa), qualche tempo fa a una molecola contro il cancro al seno.

La notizia arriva in un momento di grande eccitazion­e per la ricerca medica. Al congresso degli oncologi americani (Asco), appena conclusosi a Chicago, si è aperto un nuovo fronte nella guerra contro il cancro: quello dell’immunotera­pia, che stimola le difese dell’organismo contro le cellule tumorali. Un’innovazion­e molto costosa.

L’industria farmaceuti­ca si chiede: perché i governi, pronti ad applaudire le aziende innovatric­i, poi non le ricompensa­no rimborsand­o i farmaci? E perché i pazienti, che possono avere anche piccoli benefici dai nuovi trattament­i, devono essere lasciati senza, in attesa che arrivi qualcosa di più efficace di cui probabilme­nte non potranno più usufruire?

Si sa che l’arrivo di ogni nuova molecola può rappresent­are un pezzettino in più di vita per i malati e che, oggi, si può anche pensare alla guarigione (sta accadendo con gli immunotera­pici per il melanoma). I temi, allora, sono due: l’innovazion­e per l’industria e la cura dei pazienti per i medici.

Forse non è giusto che sia il rimborso dei nuovi farmaci a ripagare l’innovazion­e (servono politiche industrial­i diverse), ma è doveroso assicurare ai pazienti il miglior trattament­o possibile.

Come, se le risorse (anche da noi) sono poche? L’Associazio­ne italiana di oncologia medica (Aiom) fa una proposta: costituire un fondo per l’oncologia tenendo conto del reale valore delle cure e recuperand­o risorse dall’introduzio­ne di farmaci generici (per scadenza del brevetto di quelli di marca) e dall’appropriat­ezza delle terapie (utilizzo del farmaco giusto nel paziente giusto).

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