Invito a cena (dallo chef) con delitto
Ecco qualcuno che ci mancava: una bella detective dai capelli rossi, chef specializzata nei dolci in uno dei ristoranti più famosi della Germania, il Bue d’0ro di Colonia. Il suo nome è Katharina, ribattezzata «fata della cucina» dallo stellatissimo Hugo Spielmann, ammirato come inventore di piatti superlativi tutti a base di patate (non per niente il suo bestseller si intitola Il tubero), ma anche molto amato per i baci che distribuisce alle sue collaboratrici, capaci di «far correre un brivido fino alle unghie dei piedi».
Nella sua cucina di assoluta prima classe («una vera bomba!») nel giro di pochi giorni avvengono strani delitti: per primo un cliente gay amico del capocuoco, poi lo stesso capocuoco ritrovato a pezzi nel bidone della spazzatura e infine l’addetto alla cottura della carne ucciso a colpi di salame francese, scoperto come uno stoccafisso nella cella frigorifera. Il capo degli sbirri Fischer, ritenuto dai giornali il più capace, indaga a tutto campo ma non viene a capo di nulla.
Per fortuna c’è Katharina, e con lei la sua straordinaria affittacamere, Adela, ostetrica in pensione che proprio per la sua professione conosce tutte le famiglie di Colonia e i loro segreti. Ma il punto è: che cosa può accadere a uno chef se perde l’uso delle papille gustative tanto da confondere il limone con la citronella, il pepe nero col pepe rosa? Con questo romanzo, che si intitola il Delitto al pepe rosa della scrittrice Brigitte Glaser, la casa editrice emons, nota per i suoi audiolibri, inaugura la pagina scritta con una serie di gialli tedeschi. Così ritroveremo di certo la nostra detective che, tra un cadavere e l’altro non dimentica di rivelarci qualche inedita ricetta fatta con misteriose e certe mirabolanti patate.