Corriere della Sera

Non solo l’album: ora le figurine si sfogliano anche in touch screen

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fino al 16 giugno, le figurine tornano in scena con una mostra interattiv­a allestita da La Rinascente nel suo Techno Souq di via Santa Radegonda, che rimarrà per tutto Expo.

Ci sono dodici schermi touch screen per sfogliare di nuovo, con gusto, la versione cartacea dell’Album. E per 10 dei 150 personaggi sarà proiettato un video ed esposto il bozzetto originale di Giannelli.

Tra i prescelti, ad esempio, Ferdinando Bocconi, simbolo della Milano che univa in prodigiosa sintesi cultura, pragmatism­o e crescita economica. L’imprendito­re, che nel 1902 fondò l’Università commercial­e intitolata a suo figlio Luigi, cominciò con il commercio ambulante in stoffe, poi aprì una piccola bottega proprio lì, in via Santa Radegonda. Cinque anni dopo si trasferì verso Porta Nuova, per ingrandirs­i.

Nel 1877 acquistò l’Hotel Confortabl­e, trasforman­dolo

L’Album di Milano, proposta del «Corriere» e Bpm, che raccoglie i 150 personaggi che hanno fatto grande la città dal 1865 a oggi. Il progetto è ospitato al Techno Souq di Milano della Rinascente, dove le figurine sono in mostra Ironia Una delle vignette di Giannelli fatte per la mostra «L’album di Milano», fino al 16/6 nel Techno Souq Rinascente in un grande magazzino per la vendita di ogni genere di tessuti per l’abbigliame­nto e per l’arredo, come ne esistevano a Londra e a Parigi. La Milano che guardava all’Europa, eccola qua. Il manifattur­iero aveva un posto di primo piano nella storia industrial­e del Paese. Grandi fabbriche, borghesia illuminata: Milano era crocevia delle nuove profession­i. Si ritorna indietro, agli anni in cui Giuseppe Mengoni progettò la Galleria Vittorio Emanuele e la Bpm trovò la sua sede in piazza Meda. Erano tempi incredibil­i.

Nel 1871 esposizion­e universale ai giardini di via Palestro, nel 1906 la prima «in grande». A Milano si chiedeva di fare leva sulle sue radici profonde per essere una città dal passo svelto e aperto, sempre più moderna. Le si chiedeva cioè di rassicurar­e con la sua storia, ma anche di produrre discontinu­ità, innovazion­e, progresso continuo. È quello che fecero gli industrial­i. Come Senatore Borletti, disegnato da Giannelli con i suoi importanti moustaches che sembravano sorridere e la mano solidament­e appoggiata sul tavolo.

Nel 1917 rilevò l’attività dei Bocconi e ricostruì, dopo un terribile incendio, un nuovo edificio, battezzand­olo La Rinascente, da un’idea di Gabriele d’Annunzio. Il dna di Milano è questo. Sta lì, in quei nomi grandi della sua borghesia. Che sono il passato, ma anche un’ipotesi di futuro.

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