Corriere della Sera

Sansone, Caligiuri e Soriano, il terzetto tedesco di Conte

Sono cresciuti e giocano in Germania ma con sangue italiano: «Cuore caldo per la Nazionale»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Bocci

Durante il Mondiale 2006 hanno tifato Italia. «E il giorno dopo la semifinale di Dortmund ho portato il tricolore a scuola per far rosicare i miei amici tedeschi», sorride Nicola Sansone. Lui e Daniel Caligiuri sono le novità della Nazionale di Conte, nati e cresciuti in Germania ma con sangue italiano. Come Roberto Soriano, anche lui figlio di emigranti. Tra loro parlano tedesco. Sansone e Soriano hanno fatto la trafila nelle giovanili del Bayern Monaco. Diversa la storia di Caligiuri, più in difficoltà degli altri due con l’italiano e anche un po’ spaesato, tanto che ad un certo punto si lascia scappare: «Sono per metà tedesco e ho sempre pensato che avrei accettato la prima Nazionale che mi avesse chiamato. Ed è stata quella di Conte». Caligiuri è cresciuto nel mito del fratello Marco, profession­ista al Friburgo e famoso nell’ultima stagione al Wolfsburg condita da 10 reti e 4 assist. In Italia viene poco e non è neppure le partite di Conte da c.t. della nazionale (3 amichevoli): 5 vittorie (Olanda, Norvegia, Azerbaijan, Malta, Albania); 3 pari (Croazia, Bulgaria e Inghilterr­a) attratto dal nostro campionato: «Sto bene dove sono e non è il momento di occuparmi del futuro. Devo imparare tante cose in Nazionale».

Sansone l’azzurro lo insegue da tempo: «Ho dimostrato in questi tre anni di meritare questa maglia» che è anche una specie di riscatto sociale: «Mio padre è emigrato in Germania per lavorare e ora la mia famiglia è molto orgogliosa di me». Soriano viene dalla provincia di Avellino, Caligiuri da quella di Crotone, Sansone dai dintorni di Salerno. Cuore caldo per l’azzurro, in una Nazionale sempre più multietnic­a. Prandelli di oriundi ne aveva chiamati 9, Conte è già a 7 e oggi chiude lo stage con una partitella a ranghi contrappos­ti. Ieri le porte di Coverciano si sono aperte per Tavecchio. Il presidente federale sull’eventuale prolungame­nto del c.t. sino al 2018 ha confermato la versione di Oriali: «È stato Lele a fare una battuta. E io ho stretto la mano a Conte che di sicuro resterà sino agli Europei. Quanto alla vicenda di Cremona, l’eventuale rinvio a giudizio non equivarreb­be ad una condanna. Noi siamo solidali con Antonio, è 4 anni che è sullo spiedo della magistratu­ra».

Tavecchio «Conte c.t. dell’Italia fino agli Europei Contratto allungato? Una battuta di Oriali»

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