Corriere della Sera

Nuovi investimen­ti competenza e idee per la rifondazio­ne

- Di Alberto Costa

Dopo avere fatto sapere urbi et orbi che lui a Mister Bee non avrebbe mai venduto e che certi personaggi erano solo a caccia di pubblicità, ieri Silvio Berlusconi ha ovviamente raggiunto un’ipotesi di accordo per la cessione del 48% del Milan al sunnominat­o che, detto per inciso, è un broker: attorno a lui si è infatti coagulato un gruppo di investitor­i interessat­i a trasformar­e l’ingresso nel club rossonero in una fonte di guadagno e non certo in una opportunit­à per inseguire gloria perenne. Di chi siano i soldi messi sul piatto dal thailandes­e e da dove essi provengano, non ci interessa, almeno in questa sede: contano i benefici riflessi che, da questa operazione, dovrebbero riversarsi sulla prossima campagna acquisti milanista. Pare che Mister Bee e la sua cordata siano intenziona­ti a investire subito 150 milioni per trasformar­e la strana entità allenata da Inzaghi in una squadra degna di questo nome, in grado di riprendere possesso di quello che è sempre stato l’habitat naturale rossonero: l’Europa. Che cosa sono 150 milioni nel calcio di oggi? Tanto, non tantissimo, anche in consideraz­ione dell’opera di demolizion­e che lo stesso Berlusconi aveva iniziato già nel 2009 con la cessione di Kakà, il niet all’arrivo di Tevez in cambio di Pato e la dismission­e di Ibrahimovi­c e Thiago Silva al solo scopo di fare cassa. Il Milan che Mihajlovic si ritrova tra le mani dev’essere rifondato, non azzerato: l’organico a disposizio­ne di Inzaghi non era certo inferiore a quello del Genoa o della stessa Samp. La differenza l’hanno fatta l’organizzaz­ione e un minimo di gioco. Gli altri l’avevano, il Milan no e sappiamo tutti com’è finita. È evidente che 150 milioni sono un bel viatico per i sogni dei tifosi ma per recuperare il terreno perduto e un pizzico di credibilit­à serviranno anche competenza, intuito e un bel po’ di idee. Serviranno soprattutt­o giocatori funzionali a un progetto di squadra tout court. L’epoca degli anarchici alla Ménez, la foglia di fico con cui la precedente gestione mascherava l’assenza di uno straccio di gioco, è finita. Soprattutt­o con 150 milioni a disposizio­ne.

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