Nuovi investimenti competenza e idee per la rifondazione
Dopo avere fatto sapere urbi et orbi che lui a Mister Bee non avrebbe mai venduto e che certi personaggi erano solo a caccia di pubblicità, ieri Silvio Berlusconi ha ovviamente raggiunto un’ipotesi di accordo per la cessione del 48% del Milan al sunnominato che, detto per inciso, è un broker: attorno a lui si è infatti coagulato un gruppo di investitori interessati a trasformare l’ingresso nel club rossonero in una fonte di guadagno e non certo in una opportunità per inseguire gloria perenne. Di chi siano i soldi messi sul piatto dal thailandese e da dove essi provengano, non ci interessa, almeno in questa sede: contano i benefici riflessi che, da questa operazione, dovrebbero riversarsi sulla prossima campagna acquisti milanista. Pare che Mister Bee e la sua cordata siano intenzionati a investire subito 150 milioni per trasformare la strana entità allenata da Inzaghi in una squadra degna di questo nome, in grado di riprendere possesso di quello che è sempre stato l’habitat naturale rossonero: l’Europa. Che cosa sono 150 milioni nel calcio di oggi? Tanto, non tantissimo, anche in considerazione dell’opera di demolizione che lo stesso Berlusconi aveva iniziato già nel 2009 con la cessione di Kakà, il niet all’arrivo di Tevez in cambio di Pato e la dismissione di Ibrahimovic e Thiago Silva al solo scopo di fare cassa. Il Milan che Mihajlovic si ritrova tra le mani dev’essere rifondato, non azzerato: l’organico a disposizione di Inzaghi non era certo inferiore a quello del Genoa o della stessa Samp. La differenza l’hanno fatta l’organizzazione e un minimo di gioco. Gli altri l’avevano, il Milan no e sappiamo tutti com’è finita. È evidente che 150 milioni sono un bel viatico per i sogni dei tifosi ma per recuperare il terreno perduto e un pizzico di credibilità serviranno anche competenza, intuito e un bel po’ di idee. Serviranno soprattutto giocatori funzionali a un progetto di squadra tout court. L’epoca degli anarchici alla Ménez, la foglia di fico con cui la precedente gestione mascherava l’assenza di uno straccio di gioco, è finita. Soprattutto con 150 milioni a disposizione.