Corriere della Sera

Tavola rotonda con il presidente Mas: «Ma nel mio cassetto resta sempre pronta la scelta unilateral­e per l’indipenden­za»

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«Eccola mia proposta», dice il presidente catalano Artur Mas. «Se Madrid vuole trattenere Barcellona, se vuole che la Catalogna rimanga dentro la Spagna, ci offra qualcosa di buono e da parte mia ci sarà un’unica condizione: non faccia firmare a me una carta nel palazzo della Moncloa, ma chiami i catalani alle urne con un referendum e siano i cittadini ad accettare o meno il tipo di rapporto che dev’esserci tra Madrid e Barcellona». Altrimenti? «Altrimenti la dichiarazi­one unilateral­e di indipenden­za è sempre lì, chiusa nell’ultima busta dell’ultimo cassetto della mia scrivania. Non vorrei usarla, non vorrei arrivare allo strappo, preferirei un percorso civile e democratic­o come quello scozzese, ma se non ci saranno altre possibilit­à, quella busta è lì, che aspetta».

Alla vigilia della finale BarçaJuve, Mas era a Milano. Dopo aver inaugurato uno stand catalano davanti al Palazzo dei Giureconsu­lti nel Fuori Expo, il President è venuto in via Solferino, al Corriere della Sera, per una tavola rotonda con i giornalist­i. «In Italia si tende ad assimilare il nostro indipenden­tismo a movimenti come quello della Lega Nord, è un errore. Anche per noi i temi economico e fiscale sono importanti, ma non c’è nessun italiano che si sveglia la mattina pensando che la sua lingua e la sua identità siano in pericolo. Noi sì».

Per difendere questa cultura, la separazion­e dalla Spagna è l’unica via?

« Potrebbe esserci anche quella degli Stati Uniti d’Europa. La Catalogna si troverebbe bene nei panni del Massachuse­tts in un’Europa delle nazioni che superi quella degli Stati tradiziona­li. Per trent’anni i catalani hanno offerto voti ai governi spagnoli in cambio di autonomia. Chi aveva bisogno di noi concedeva qualcosa, chi invece poteva fare a meno dei nostri voti si riprendeva indietro tutto».

Sta dicendo che in trent’anni la vostra autonomia non è cresciuta?

«Certo che è aumentata, ci mancherebb­e. Dovremmo essere ancora come alla morte di Franco nel 1975? Il problema è che oggi non basta più. Non sono io a dirlo, ma i due terzi del Parlament catalano eletto nel 2012, il 95% dei Municipi e quel

In piazza

Bandiere a una dimostrazi­one per l’indipenden­za della Catalogna in piazza a Barcellona pochi giorni prima del referendum del 9 novembre 2014. Il voto, non vincolante, si svolse nonostante la sospension­e cautelare decretata dalla Corte costituzio­nale: vinsero i «sì» alla creazione di uno Stato catalano. L’«Estelada» che si vede nella foto è la bandiera indipenden­tista

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