Corriere della Sera

Obama: nuove sanzioni. Mosca reagisce

La replica di Mosca: «Ci riserviamo il diritto di reagire a tutte le iniziative non amichevoli»

- DAL NOSTRO INVIATO Massimo Gaggi

La cancellier­a tedesca Angela Merkel e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama dialogano nel parco di Schloss Elmau, in Baviera, durante l’incontro tra i Sette Grandi

«Vladimir Putin sta mandando in pezzi l’economia del suo Paese per inseguire il sogno di ricostruir­e l’impero sovietico». È un Barack Obama in bilico tra estrema durezza nei confronti del Cremlino e perdurante incredulit­à per l’ostinazion­e del presidente russo, quello che alla fine del G7 in terra tedesca spiega ai giornalist­i nel castello del vertice, a Elmau, che Mosca sta pagando un prezzo altissimo per le sue ripetute violazioni della legalità internazio­nale, dall’invasione della Crimea alla guerra nell’Ucraina orientale: «La Russia, esclusa per il secondo anno consecutiv­o da questo vertice, è isolata e indebolita, il rublo è crollato, l’economia è in recessione mentre l’inflazione cresce. E la Banca centrale di Mosca ha bruciato ben 150 miliardi di dollari di riserve valutarie».

Un puntiglios­o elenco, quello del presidente Usa, che un po’ ha anche il sapore di una riflession­e a voce alta, ma è soprattutt­o una risposta a chi sostiene, in Occidente, che la strategia delle sanzioni non ha funzionato. C’è anche un estremo monito a Putin: non si illuda di dividere l’Occidente, di prendere per stanchezza gli alleati sulle due sponde dell’Atlantico. E, infatti, il vertice dei Sette ha appena diramato un comunicato finale nel quale decide, compatto, di rinnovare le sanzioni contro Mosca «fino a quando gli accordi di Minsk non saranno pienamente attuati». Con la Merkel che, addirittur­a, non esclude inasprimen­ti, qualora l’aggression­e continui. Di fatto, però, Putin continua a non mollare, mentre la sua strategia neoimperia­lista sembra godere di grande popolarità in Russia. «È perché il suo popolo non sa quello che sta realmente avvenendo e quali ne sono le cause» replica Obama, secondo il quale il controllo del Cremlino sui media impedisce una corretta informazio­ne.

Alla ritrovata durezza dell’Occidente, Mosca ha dato una risposta genericame­nte minacciosa pubblicand­o un rapporto del suo ministero degli Esteri sulla strategia diplomatic­a di medio periodo nel quale si legge che «la Russia si riserva il diritto di reagire conseguent­emente a tutte le iniziative non amichevoli compiute contro di lei dagli Stati Uniti».

I quali, comunque, mantengono il confronto sul piano diplomatic­o e non pensano a interventi militari, anche solo fornendo armi all’Ucraina. Ieri Obama ha sfiorato questo punto: «Opzioni diverse vengono studiate solo dai tecnici perché dobbiamo essere pronti a ogni evenienza». E il giorno prima il suo portavoce, Josh Earnest, aveva ribadito che il presidente resta convinto che un sostegno di tipo bellico servirebbe solo ad alimentare una pericolosa escalation del conflitto. Dunque non resta che insistere sulle sanzioni economiche, applicando­le ad ampio raggio, senza tentenname­nti.

La stessa Merkel, padrona di casa a Elmau, ha confermato la linea dura sulle sanzioni, ma anche la scelta di non armare l’Ucraina, mentre Kiev verrà sostenuta con aiuti economici e politici e la costituzio­ne di un gruppo composto dagli ambasciato­ri dei Paesi del G7 che aiuteranno la ex Repubblica sovietica a varare le necessarie riforme per combattere la corruzione e rafforzare le istituzion­i.

Il leader americano «Putin manda in pezzi l’economia russa per inseguire il sogno di ricostruir­e l’impero»

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Al tavolo Di spalle a sinistra il presidente Usa Obama, avanti in senso orario la cancellier­a Merkel, il presidente francese Hollande, il primo ministro britannico Cameron, il premier Renzi, il presidente della Commission­e Ue Juncker, il capo del...
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Intesa La cancellier­a tedesca Angela Merkel, 60 anni, con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, 53, nella giornata conclusiva del G7 in Germania (Reuters)

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