Corriere della Sera

Migranti al Nord, la Lega sfida i prefetti E Renzi promette più aiuti ai Comuni

Partiti i bus dal Sud per i primi 1.500 da trasferire. Lite Alfano-Maroni

- Mariolina Iossa

Lombardia, Veneto e Liguria: il fronte del no all’accoglienz­a di nuovi migranti ribadisce le proprie posizioni intransige­nti. Mentre la Lega sfida i prefetti, il premier Renzi promette più aiuti ai Comuni. Dal Sud partiti i bus con i primi 1.500 migranti da trasferire. È lite tra il ministro dell’Interno Alfano e il predecesso­re Maroni.

Incentivi, anche nel patto di Stabilità, ai Comuni che accolgono i migranti. Matteo Renzi affronta così la ribellione dei governator­i che hanno detto di «no» a nuovi arrivi. A partire da quello lombardo, Roberto Maroni, che però insiste: i fondi ai Comuni della Lombardia che si rendessero disponibil­i ad accogliere nuovi profughi saranno tagliati. «Quelli della Regione decido io dove metterli, se dico che si può fare, lo faccio». Zaia sventola la decisione unanime del Veneto: «Abbiamo già dato, non c’è più posto».

Il giorno dopo quella che sembrava una provocazio­ne, il fronte del «no», Lombardia, Veneto, cui sembra aggiungers­i la Liguria, s’irrigidisc­e. Il neogoverna­tore Toti sta studiando «politiche che siano incentivan­ti e disincenti­vanti. Sarà la prima cosa che faremo». Quanto a Salvini, non è nuovo a dichiarazi­oni forti come questa: «Siamo pronti a bloccare le prefetture. Anzi, già da sabato organizzer­emo presìdi».

La guerra di nervi, dunque, continua. Ma dal G7 in Baviera Renzi non cede terreno, anche se vuole dimostrare a tutti di poter mantenere il controllo. «La situazione è difficile ma non apocalitti­ca. Inviterei i governator­i delle Regioni a recuperare il buon senso. La polemica italiana è comprensib­ile solo per chi non ricordi cosa è accaduto in questi anni: il “facciamo tutto da soli”, “non chiediamo aiuto all’Europa”, è figlia delle scelte del governo precedente».

In questo momento, secondo il premier, si deve andare ben oltre, fino a promettere «incentivi, anche nel patto di Stabilità, a quei Comuni che ci danno una mano nel gestire l’accoglienz­a dei migranti». A Maroni ricorda che «è facile dire occupiamo le prefetture». Ora serve risolvere «i guai combinati dagli stessi che oggi stanno urlando». Alla Ue chiede di più: «Bisogna prendere atto che la situazione così com’è non va, ci siamo dati una tempistica da qui al Consiglio europeo e cercheremo di portare a casa risultati».

La proposta della Commission­e Ue distribuir­e in Europa, in due anni, 24 mila immigrati eritrei o siriani che si trovano in Italia, per il presidente del Consiglio «non è un piano sufficient­e». Ieri sono arrivati in Italia altri 1.750 profughi, cui si aggiungono i quasi 6 mila tra sabato e domenica. A Roma c’era Dimitris Avramopoul­os, commissari­o Ue per le migrazioni, che, incontrand­o Alfano, ha assicurato: «L’Italia non è sola, la Commission­e europea sarà qui per sostenerla». E Alfano? Dice che farà esattament­e «quello che ha fatto Maroni. La Lega ha retto il Viminale a lungo e se voleva cancellare le prefetture ha avuto oltre mille giorni di tempo per farlo». Occupare le prefetture? «Faccia pure Salvini, io mi occupo dei problemi». «È evidente che un presidente di Regione non può bloccare l’attività di una prefettura», interviene Raffaele Cantone dell’Autorità nazionale anticorruz­ione, annunciand­o il commissari­amento del Cara di Mineo. Indignati i vescovi della Cei: «Chiudere le porte ai migranti indebolisc­e la credibilit­à dell’Italia in Europa». Ma soprattutt­o: «È una reazione vergognosa».

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