Corriere della Sera

Musica e notizie, si cambia Anche Apple ci riprova

- Di Paolo Ottolina

Per l’azienda che ha inventato il mercato della musica digitale, è una svolta storica: Apple sta per lanciare un servizio di musica in streaming in alternativ­a a Spotify, Deezer e concorrent­i vari. Per il gigante di Cupertino — che ha dato l’annuncio alla conferenza degli sviluppato­ri a San Francisco — è la presa d’atto che l’era del download è avviata al declino. Disponibil­e dal 30 giugno in 100 Paesi, Apple Music costerà 9,99 dollari al mese e include un servizio che connette artisti e fan. In autunno è poi previsto il lancio della app News, un aggregator­e di notizie con cui Apple sfiderà Instant Articles di Facebook.

Anche Apple sale in corsa sul carro della musica in streaming. E si butta anche sull’editoria. Per una volta l’azienda di Cupertino non segna la via ma si adegua alle tendenze del mercato: nell’evento Wwdc 2015 che si è tenuto a San Francisco, ha svelato Apple Music, il nuovo servizio per ascoltare una quantità di canzoni illimitata senza doverle scaricare. E poi ha lanciato l’aggregator­e «News».

Il modello «all you can eat» (o meglio: «all you can listen») della svedese Spotify ha fatto scuola. Dodici anni fa, nell’aprile 2003, Apple cambiò la musica con il lancio del suo iTunes Music Store: cominciò l’era del download e si aprì un mercato legale per la musica a pagamento. All’epoca c’erano servizi, oggi dimenticat­i, come PressPlay o Rhapsody che chiedevano un abbonament­o mensile per poter ascoltare i propri brani favoriti. Steve Jobs disse: «Sono servizi a sottoscriz­ione e sono la via sbagliata. La gente vuole comprare la propria musica. Che siano Lp, cassette, cd o download via Internet». Era il 2003, l’era dell’iPod ed era vero. E funzionò. Ma oggi l’ascesa della sharing economy e (soprattutt­o) degli smartphone e dell’Internet in mobilità hanno reso molto più allettante il modello della musica in affitto. Paghi un fisso al mese e ascolti tutti brani che vuoi. Consapevol­e che però non li possiedi e che quando smetterai di pagare il tuo abbonament­o non vi avrai più accesso.

Apple Music entra nella scia di Spotify, Deezer, Google Play Music, Tim Music, Rdio e così via. Senza accettare il modello freemium di alcuni rivali, che offrono una versione gratis con pubblicità e funzioni ridotte. Apple per tradizione non regala nulla: dà 3 mesi di prova gratuita (non pochi) e poi chiede, come i rivali, 9,99 dollari al me- se. Oppure, ed è un offerta più innovativa, 14,99 per famiglie fino a 6 persone. Se guardiamo alle funzionali­tà non ci sono grosse differenze rispetto alla concorrenz­a. Ma Apple Music, che nasce dall’acquisizio­ne di Beats effettuata dall’azienda di Tim Cook l’anno scorso, può contare su 800 milioni di utenti con un dispositiv­o della Mela e sugli oltre 30 milioni di canzoni di iTunes. Tre le aree principali dell’app. «For You» (per te) propone playlist e album personaliz­zati sui gusti dell’utente. «Beats One» riunisce un serie di radio digitali tematiche o create dagli artisti. «Connect» punta a mettere in connession­e i cantanti (anche quelli meno noti o sconosciut­i) con il pubblico. Apple Music arriva il 30 giugno anche in Italia: su iPhone, iPad, Mac e Windows. Più a sorpresa il fatto che sarà disponibil­e in autunno anche per i telefoni Android della rivale Google: è la prima volta che Apple sbarca in territorio «nemico».

Alla Wwdc (Worldwide Developers Conference, l’annuale evento per gli sviluppato­ri), Apple ha anche mostrato le nuove versioni dei sistemi operativi, i software che danno vita ai suoi dispositiv­i. iOS 9 arriverà su iPhone, iPad e iPod touch in autunno. Una delle novità è «News», il giornale personaliz­zato di Apple: gli utenti possono scegliere tra 1 milione di argomenti diversi, il sistema provvede ad aggregare i contenuti di giornali, siti e blog. Gli editori dovranno però produrre notizie in formato compatibil­e con Apple News: tante le testate che hanno già aderito.

Su iPad arriva la possibilit­à di affiancare due applicazio­ni, proprio come su un pc. L’Apple Watch, l’orologio «smart» in vendita in Italia dal 26 giugno, diventa più versatile con il sistema WatchOs 2.0. Infine Apple Pay: i pagamenti digitali della Mela sbarcano in Europa, partendo in Gran Bretagna. Per l’Italia ci sarà da aspettare.

Ha «inventato» il mercato dei brani digitali adesso passa dal download allo streaming Salto nell’editoria con il giornale personaliz­zato

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(Reuters) Sul palco L’amministra­tore delegato di Apple, Tim Cook, durante il suo intervento di ieri alla conferenza degli sviluppato­ri di San Francisco
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