Corriere della Sera

La fiammata settentrio­nale

- Di Dario Di Vico

I governator­i Maroni e Zaia hanno rimesso al centro dell’attenzione la questione settentrio­nale, anche se in una chiave dove prevale il fattore politico-propagandi­stico. Strategia di lungo periodo o fiammata mediatica?

Prendendo prepotente­mente l’iniziativa sulla delicata e complessa vicenda delle quote di immigrati, i due governator­i del Lombardo-Veneto Roberto Maroni e Luca Zaia hanno di fatto rimesso al centro dell’attenzione la questione settentrio­nale. Il loro segretario Matteo Salvini l’aveva derubricat­a e ora invece il tema ritorna, anche se in chiave politico-propagandi­stica. La Lega, infatti, incassato il successo alle Regionali è riuscita a trascinare dietro di sé il forzista Giovanni Toti e punta a galvanizza­re i militanti delle formazioni di centrodest­ra. Il tema prescelto mette in obiettiva difficoltà il premier perché coglie un punto debole: la persistent­e difficoltà a ottenere risultati al tavolo europeo. In più costringe Renzi a dare una risposta «di sinistra» e rende ancor più aleatorio quel partito della nazione, frutto di un ipotetico travaso di consensi dal centrodest­ra al centrosini­stra. Di conseguenz­a grazie alla forza d’urto di Salvini e alle «provocazio­ni» dei governator­i si tenta di ricostruir­e un legame duraturo tra l’offerta politica e le tradiziona­li constituen­cy del centrodest­ra. Ma è una strategia di lungo periodo o solo una fiammata che serve a ridare visibilità a Maroni? La risposta ce la daranno gli esperti di demoscopia ma già fin d’ora si può dire che se i nuovi leader del centrodest­ra vorranno riconquist­are davvero il loro popolo sono obbligati a fare i conti con l’economia. Devono sporcarsi le mani con le tendenze in atto e con le aspettativ­e di imprendito­ri, artigiani e partite Iva del Nord che sognano un Pil che cresca a tassi più robusti e il rilancio della domanda interna. Senza la quale settori come costruzion­i e commercio — due serbatoi del centrodest­ra — continuera­nno a registrare chiusure di attività. Ha senso per il centrodest­ra gufare contro il Pil e scommetter­e contro le esigenze vitali della propria constituen­cy? Oppure è più sensato incalzare il governo sulle scelte di politica economica e accompagna­re l’iniziativa con due richieste che da sempre fanno parte del bagaglio culturale del centrodest­ra di tutto il mondo come riduzione del carico fiscale e drastico dimagrimen­to della spesa pubblica? Potrà sembrare paradossal­e ma i successi di Salvini hanno tagliato i tempi del centrodest­ra, la traversata del deserto appare meno lunga del previsto e quindi diventa decisiva la capacità di selezionar­e parole d’ordine e rivendicaz­ioni.

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