Corriere della Sera

Hollande: piani alternativ­i dai creditori E vedrà Merkel

- Giuseppe Sarcina

Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis esagera quando sostiene che «i creditori stanno sabotando il negoziato, trasforman­dolo in una guerra contro la Grecia». Nella riscrittur­a del dizionario della crisi compiuta da Atene «creditori» sta per Commission­e Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazio­nale. Sull’altro versante anche l’ombroso puntiglio di Jean-Claude Juncker, presidente della Commission­e, comincia a diventare controprod­ucente. Ieri, a margine del G7 in Baviera, Juncker ha troncato ogni ragionamen­to sulla trattativa Ue-Grecia con la battuta che ripete da qualche giorno: «No, non ho ancora sentito Tsipras». Ma il commento chiave della giornata è quello del presidente francese François Hollande: «Se vogliamo andare avanti sarebbe necessario che ci siano delle discussion­i tecniche nelle ore e nei giorni a venire, così che le proposte che secondo i greci non stanno funzionand­o siano rimpiazzat­e da soluzioni alternativ­e». Parole che confermano un drastico cambio di scenario, visto che, come ha osservato la cancellier­a Angela Merkel: «Vogliamo che la Grecia resti nell’euro, ma non c’è molto tempo». Nel concreto tutto ciò significa che i due leader guida dell’Unione Europea, Merkel e Hollande, consideran­o inadeguato e quindi da rivedere il piano presentato da Juncker e aspramente respinto dal premier greco Alexis Tsipras venerdì scorso nel Parlamento. È il primo vero passo falso di Juncker da quando, il 1 novembre 2014, si è insediata la sua Commission­e. I greci insinuano che l’ex premier lussemburg­hese abbia confeziona­to un pacchetto di pesanti misure badando più alle pressioni del Fmi che al necessario equilibrio tra le parti. Anche questi, probabilme­nte, sono eccessi polemici. È vero, però, che la reazione di Juncker rischia di ridimensio­nare il ruolo della Commission­e in un dossier cruciale per tutti i partner europei, non solo per Francia e Germania. Ma l’agenda di questi giorni è impietosa. Ieri Varoufakis si è incontrato a lungo con il collega tedesco Wolfgang Schäuble a Berlino. Un passaggio importante almeno per ripristina­re il canale di comunicazi­one. Domani, poi, a Bruxelles Tsipras vedrà Merkel e Hollande. Il formato a tre è cominciato con una telefonata triangolar­e, giovedì scorso, nel momento dell’ultima frattura tra Atene e Bruxelles. E adesso sembra questa l’unica sede in cui compiere il tentativo decisivo: «o dentro o fuori». Seguendo il dibattito del Parlamento greco è apparso evidente che nessun parlamenta­re avrebbe votato tagli per circa 5 miliardi in soli 6 mesi. In questa fase il presidente della Commission­e non pare essersi mosso con quell’abilità politica riconosciu­tagli anche dagli avversari.

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