Hollande: piani alternativi dai creditori E vedrà Merkel
Il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis esagera quando sostiene che «i creditori stanno sabotando il negoziato, trasformandolo in una guerra contro la Grecia». Nella riscrittura del dizionario della crisi compiuta da Atene «creditori» sta per Commissione Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Sull’altro versante anche l’ombroso puntiglio di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, comincia a diventare controproducente. Ieri, a margine del G7 in Baviera, Juncker ha troncato ogni ragionamento sulla trattativa Ue-Grecia con la battuta che ripete da qualche giorno: «No, non ho ancora sentito Tsipras». Ma il commento chiave della giornata è quello del presidente francese François Hollande: «Se vogliamo andare avanti sarebbe necessario che ci siano delle discussioni tecniche nelle ore e nei giorni a venire, così che le proposte che secondo i greci non stanno funzionando siano rimpiazzate da soluzioni alternative». Parole che confermano un drastico cambio di scenario, visto che, come ha osservato la cancelliera Angela Merkel: «Vogliamo che la Grecia resti nell’euro, ma non c’è molto tempo». Nel concreto tutto ciò significa che i due leader guida dell’Unione Europea, Merkel e Hollande, considerano inadeguato e quindi da rivedere il piano presentato da Juncker e aspramente respinto dal premier greco Alexis Tsipras venerdì scorso nel Parlamento. È il primo vero passo falso di Juncker da quando, il 1 novembre 2014, si è insediata la sua Commissione. I greci insinuano che l’ex premier lussemburghese abbia confezionato un pacchetto di pesanti misure badando più alle pressioni del Fmi che al necessario equilibrio tra le parti. Anche questi, probabilmente, sono eccessi polemici. È vero, però, che la reazione di Juncker rischia di ridimensionare il ruolo della Commissione in un dossier cruciale per tutti i partner europei, non solo per Francia e Germania. Ma l’agenda di questi giorni è impietosa. Ieri Varoufakis si è incontrato a lungo con il collega tedesco Wolfgang Schäuble a Berlino. Un passaggio importante almeno per ripristinare il canale di comunicazione. Domani, poi, a Bruxelles Tsipras vedrà Merkel e Hollande. Il formato a tre è cominciato con una telefonata triangolare, giovedì scorso, nel momento dell’ultima frattura tra Atene e Bruxelles. E adesso sembra questa l’unica sede in cui compiere il tentativo decisivo: «o dentro o fuori». Seguendo il dibattito del Parlamento greco è apparso evidente che nessun parlamentare avrebbe votato tagli per circa 5 miliardi in soli 6 mesi. In questa fase il presidente della Commissione non pare essersi mosso con quell’abilità politica riconosciutagli anche dagli avversari.