Corriere della Sera

Al Viminale passa la linea dura Già partiti pullman per il Nord

Il no di Liguria, Lombardia, Veneto e Valle d’Aosta, che può sfruttare lo statuto speciale

- Fsarzanini@corriere.it

bardia era fissata a 2.116 persone e quella per il Veneto a 1.926. Rispettiva­mente ieri si è deciso di mandare nella prima 450 migranti e 630 nella seconda.

I pullman sono partiti ieri sera da Reggio Calabria e Vibo Valentia alla volta di Milano. «I centri di accoglienz­a sono abbastanza pieni, ma siamo sempre pronti a fare la nostra parte in termini di solidariet­à», ha chiarito il prefetto Francesco Paolo Tronca. Un segnale inviato al direttore del Dipartimen­to Immigrazio­ne Mario Morcone e a tutto lo staff che ormai da mesi sta cercando di far quadrare i conti proprio per evitare di gravare troppo su alcune aree e per nulla su altre. Liguria e Valle D’Aosta

Regioni «ribelli» sono certamente la Liguria che dovrebbe accogliere 599 persone e ne ospiterà 350, e la Valle D’Aosta che a fronte di una quota pari a 141 ne prenderà 100. Questa almeno è la disposizio­ne del Viminale, ma non è affatto scontato che sarà rispettata perché lo statuto speciale prevede che sia il governator­e a fare le funzioni del prefetto e finora il muro eretto è apparso invalicabi­le. Nell’aprile scorso, di fronte a una massa di arrivi che aveva congestion­ato i centri di accoglienz­a, la richiesta del ministero prevedeva l’invio di 50 stranieri. La risposta fu lapidaria: «Al massimo prendiamo una persona».

Ben diverso l’atteggiame­nto degli altri: 400 stranieri vanno in Piemonte, 250 in Toscana, 150 in Campania, 115 in Abruzzo, 92 in Molise, 55 nelle Marche, 50 in Emilia-Romagna e in Basilicata. È soltanto la prima fase, altri viaggi saranno organizzat­i nei prossimi giorni quando si avrà un quadro completo della situazione e si valuterà la necessità di «sfollare» alcune strutture.

Tensione Il confronto con la delegazion­e tecnica francese conferma che l’accordo è lontano Impegno Il prefetto di Milano: i centri di accoglienz­a sono già pieni, ma faremo la nostra parte

Italia e Francia

Il piano viene aggiornato in base agli arrivi tenendo conto di chi ha fatto lo sforzo maggiore. Non a caso Alfano sottolinea come «la decisione di incentivar­e i Comuni che mostrerann­o disponibil­ità era già stata attuata nei mesi scorsi in Sicilia». Ma anche perché è consapevol­e che la collaboraz­ione dell’Europa certamente non sarà sufficient­e a supportare il nostro Paese nella gestione di un’emergenza che nei prossimi giorni rischia di diventare drammatica.

Alfano ne ha avuto contezza al termine degli incontri con le varie delegazion­i internazio­nali che si sono succedute ieri al Viminale. Molto teso rimane il clima con i francesi che ieri hanno ribadito la propria posizione: i richiedent­i asilo devono rimanere chiusi nelle strutture fino al termine della procedura. Una linea che per l’Italia è inaccettab­ile, soprattutt­o perché l’iter per il riconoscim­ento dello status di rifugiato dura almeno tre mesi ed è impossibil­e trattare queste persone come se fossero in custodia.

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