L’altrove di D’Alema che parla d’Europa a due passi dal Nazareno
Ex premier Massimo D’Alema, 66 anni, ieri a Roma ( prevalente. Domani parto per Bruxelles». Il Palazzetto ospitava in passato la villa di Lucullo, dove venivano organizzati fastosi banchetti. Nulla del genere per D’Alema, che più sobriamente sorseggia acqua minerale parlando di Europa al fianco di Pierluigi Testa, presidente del think tank «Trinità dei Monti» e allievo del sottosegretario Claudio De Vincenti. D’Alema aveva accettato l’invito molti mesi fa, ma la data dell’incontro è stata fissata una decina di giorni fa, quasi in contemporanea con la convocazione della direzione. D’Alema contesta «l’estremismo liberista» e «la campagna antipolitica» che si è sviluppata in Europa e critica la Germania. L’ex premier parla anche di profughi: «Il no di Maroni rasenta l’insensatezza, ha ragione il premier». E ancora: «Non ho particolari obiezioni sulla politica estera del governo ma mi farebbe piacere un’azione più efficace in Europa». La sua assenza alla direzione non è casuale. Da tempo l’ex premier non risparmia frecciate all’indirizzo di Renzi. A marzo spiegò che il Pd è «un partito a forte componente personale e anche con un certo carico di arroganza». Toni da «vecchia gloria del wrestling», commentò Renzi. A maggio un altro attacco sul cambio di natura del Pd: «Mi preoccupano quelli che se ne vanno e parte di quelli che vengono. E penso che la responsabilità sia di Renzi». Gi schiaffi al premier non si contano più. Sull’Italicum, definito «aberrante», sul Parlamento, «considerato da Renzi una bestia da domare», sull’«ansia riformatrice».
La scelta Io assente? Do più attenzione ai cittadini che agli impegni di partito E la politica estera è il mio lavoro