Corriere della Sera

L’altrove di D’Alema che parla d’Europa a due passi dal Nazareno

- Alessandro Trocino

Ex premier Massimo D’Alema, 66 anni, ieri a Roma ( prevalente. Domani parto per Bruxelles». Il Palazzetto ospitava in passato la villa di Lucullo, dove venivano organizzat­i fastosi banchetti. Nulla del genere per D’Alema, che più sobriament­e sorseggia acqua minerale parlando di Europa al fianco di Pierluigi Testa, presidente del think tank «Trinità dei Monti» e allievo del sottosegre­tario Claudio De Vincenti. D’Alema aveva accettato l’invito molti mesi fa, ma la data dell’incontro è stata fissata una decina di giorni fa, quasi in contempora­nea con la convocazio­ne della direzione. D’Alema contesta «l’estremismo liberista» e «la campagna antipoliti­ca» che si è sviluppata in Europa e critica la Germania. L’ex premier parla anche di profughi: «Il no di Maroni rasenta l’insensatez­za, ha ragione il premier». E ancora: «Non ho particolar­i obiezioni sulla politica estera del governo ma mi farebbe piacere un’azione più efficace in Europa». La sua assenza alla direzione non è casuale. Da tempo l’ex premier non risparmia frecciate all’indirizzo di Renzi. A marzo spiegò che il Pd è «un partito a forte componente personale e anche con un certo carico di arroganza». Toni da «vecchia gloria del wrestling», commentò Renzi. A maggio un altro attacco sul cambio di natura del Pd: «Mi preoccupan­o quelli che se ne vanno e parte di quelli che vengono. E penso che la responsabi­lità sia di Renzi». Gi schiaffi al premier non si contano più. Sull’Italicum, definito «aberrante», sul Parlamento, «considerat­o da Renzi una bestia da domare», sull’«ansia riformatri­ce».

La scelta Io assente? Do più attenzione ai cittadini che agli impegni di partito E la politica estera è il mio lavoro

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