Corriere della Sera

Lascia o no? Nitto Palma terzo fronte del caos in FI

- Virginia Piccolillo

Non c’è pace in Forza Italia. Dopo l’addio di Fitto, dopo l’Aventino di Verdini, anche il presidente della commission­e Giustizia, Francesco Nitto Palma, viene descritto in uscita, pronto ad aderire al gruppo misto.

Mossa non confermata dall’interessat­o che, in una nota, dice di «non aver rappresent­ato al presidente Romani la volontà di lasciare il gruppo di Forza Italia, né al presidente del Senato quella di aderire al Gruppo Misto». Ma lascia uno spiraglio all’uscio: quello di poter rappresent­are quella volontà al suo ritorno da una breve pausa all’estero. Per ora, dice solo: «Non desidero alimentare polemiche e tanto meno esservi coinvolto, ragione per la quale non ho altro da aggiungere».

Basterà una telefonata del Cavaliere, che rese l’ex pm romano Guardasigi­lli, per ricomporre la frattura? Per ora non sarebbe ancora arrivata. E in un partito scosso da veleni c’è chi maligna che Nitto Palma abbia fatto filtrare la notizia dell’addio per avere di più. Magari diventare il commissari­o di Forza Italia del Lazio, che necessita un restyling dopo l’esplosione dello scandalo Mafia Capitale.

Ma i malumori interni alla galassia azzurra, che deve fare i conti con la leadership politica di Mariarosar­ia Rossi, non sono un segreto. Quelli che più preoccupan­o Berlusconi riguardano Denis Verdini.

Eccolo il punto «rovente». Ormai la pattuglia di fedelissim­i del sostenitor­e del patto del Nazareno pare abbia superato la quota 4-5. I suoi accreditan­o la decina e sperano di arrivare a 15. Lui intanto non strappa, ma non c’è. Diserta spesso le riunioni del gruppo al Senato. Come peraltro fanno i suoi alla Camera. Oggi si dovrebbe incontrare a Palazzo Grazioli con Berlusconi che tenta di scongiurar­e un’ulteriore scissione. Ma il timore non è tanto la costituzio­ne di un gruppo parlamenta­re a sé, come quello di Fitto. Il rischio più grande per Berlusconi è che il sostenitor­e del patto del Nazareno, prosegua in modo sotterrane­o il dialogo con Renzi e si prepari ad appoggiare le sue riforme, soprattutt­o in vista del possibile voto segreto. In un Pd in fibrillazi­one anche il soccorso azzurro di 4-5 verdiani può diventare prezioso.

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