«Il mio stipendio a Expo fu indicato da Maroni»
«Nel corso dei colloqui avuti con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, già a luglio 2013 si è parlato di un mio ruolo fiduciario in Expo spa. Il presidente, su mia domanda relativa alla retribuzione, mi indicò una cifra approssimativa di 60-65.000 euro. Non so dire per quale ragione, penso ritenesse la cifra adeguata al ruolo che dovevo ricoprire » : è proprio Maria Grazia Paturzo, già collaboratrice al Viminale di Maroni «con il quale c’è un rapporto di stima profonda e affetto», ad ammettere al pm Eugenio Fusco nell’interrogatorio del 15 luglio 2014 che addirittura due mesi prima di fare il colloquio nella società — Expo 2015 — che le avrebbe poi dato la consulenza da 65.000 euro, lei aveva stabilito con il presidente della Regione il proprio compenso, dettato poi per iscritto nella mail del 26 settembre 2013 al segretario generale della Regione, Andrea Gibelli.
Cosa c’entrasse il presidente della Regione con lo stipendio di una consulente di Expo non si comprende, « si saranno messi d’accordo Expo e Regione — dice Paturzo —. Io fino alla mail non avevo parlato con nessuno di Expo». Mentre quel 15 luglio sta andando dal pm, e il telefono è in mano alla sorella Veronica, Paturzo riceve una telefonata: «Era l’avvocato di Maroni, Domenico Aiello, mi ha chiesto di chiamarlo su un numero fisso, che mi ha dettato precisandomi di non chiamarlo con il mio cellulare ma da un fisso. L’ho chiamato con il cellulare dell’amico di mio sorella che ritenevo sicuro, Aiello mi ha detto di essere serena e prendermi tutto il tempo necessario per rispondere».
Ore concitate, attorno all’interrogatorio, se la sorella Veronica, stando ai brogliacci, «spacciandosi per Maria Grazia Paturzo, chiama il pm Fusco in merito all’invito a comparire».