Miseria e nobiltà dei grandi ambienti urbani
ungherese Lucien Hervé, nome di battaglia di Làszlò Elkan, il solo a cui Le Corbusier chiedeva di fotografare gli edifici concepiti dal suo ingegno, riteneva che «senza una composizione strettamente rigorosa, una fotografia non è nulla più che un aneddoto». La sontuosa mostra allestita presso il Museo Ico di Madrid in occasione di PhotoEspana (prodotta dal Barbican Center di Londra) esplicita l’assunto di Hervé e si spinge oltre dimostrando, con 250 stampe di 18 principi dell’obiettivo, che la fotografia non è anodina e innesca considerazioni sociali e politiche e più di recente riflessioni sulla sostenibilità dell’operato umano. «La Fotografia e l’Architettura nell’era moderna» è un viaggio planetario nel tempo e nello spazio: una storia del rapporto tra l’uomo e l’ambiente attraverso lo studio delle strutture erette nel XX e XXI secolo che parte dagli Anni Trenta con le fotografie di Berenice Abbott che esprimono la meraviglia di fronte al fenomeno dei grattacieli di New York, metafora della ricchezza accumulata.
I colossi di Manhattan seducono anche Walker Evans che presto però da documentarista si concentra sulle piccole strutture delle cittadine di provincia colpite al cuore umana. Fotografa le periferie del Cairo, Istanbul, Amman, Beirut e Dubai (in totale circa 50 scatti): il tema dell’erezione delle nuove costruzioni, così come l’eccessivo affollarsi di quelle meno recenti, e le inevitabili conseguenze sull’ambiente permeano tutta la serie. Le creazioni di Kander e Princen, per quanto molto diverse, discendono dalle gigantesche visioni di Andreas Gursky, presente a Madrid con un’interpretazione della metropolitana di San Paolo: il primo fotografo a raffigurare l’eccezionale accelerazione della Storia con uno stile nuovo, sorprendente che confluisce in immagini di grande formato che non disdegnano l’uso, evidente e dichiarato, della manipolazione digitale. Lo stesso autore con la vendita di uno scatto del Reno, il fiume della sua gioventù immaginato incontaminato grazie alle contaminazioni del Photoshop, aveva incassato nel 2011 4,3 milioni di dollari durante una fortunata asta di Christie’s: ad oggi la fotografia più cara del mondo. Segno indiscutibile che la sostenibilità paga. Sempre. (Photography and Architecture in the Modern Age, curata da Alona Pardo e Elias Redstone. Disponibile presso di Museo Ico di Madrid, Calle Zorrilla 3, fino al 6 settembre PHotoEspana15 www.phe.es).