Corriere della Sera

SE LA RAPPRESENT­ANTE ONU METTE ISRAELE A FIANCO DI ISIS

- Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se le indicazion­i di Leila Zerrougui, avvocatess­a algerina, fossero state accettate, l’esercito israeliano sarebbe finito in una lista degli orrori composta dalla Siria, il Sudan, Boko Haram, lo Stato Islamico, i talebani. La rappresent­ante speciale delle Nazioni Unite ha esaminato, per il suo dossier sui bambini coinvolti nelle guerre, i cinquanta giorni di conflitto tra Israele e Hamas nel 2014.

Il rapporto è stato consegnato al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, con la proposta di inserire Tsahal (l’estate scorsa nella Striscia di Gaza sono morti oltre 500 minori) e i miliziani palestines­i del movimento fondamenta­lista, criticati per il lancio indiscrimi­nato di razzi verso le città israeliane, un bambino di quattro anni ucciso. Nelle 43 pagine sono anche ricordati i tre giovani israeliani rapiti e uccisi da estremisti palestines­i.

Gli americani sarebbero intervenut­i per premere sul segretario generale. Barack Obama ha avvertito Benjamin Netanyahu che gli Stati Uniti potrebbero in qualche occasione togliere lo scudo diplomatic­o protettivo a Israele: le dichiarazi­oni pre-elettorali del premier a metà marzo (aveva respinto l’idea di un accordo di pace con i palestines­i) hanno indispetti­to la Casa Bianca. Non fino al punto, però, di permettere che gli israeliani finissero in compagnia vergognosa del dittatore siriano Bashar Assad o di Abubakar Shekau, leader di Boko Haram.

Fonti diplomatic­he alle Nazioni Unite consideran­o inusuale la decisione presa da Ban Ki-moon di opporsi, il dossier — che verrà pubblicato il 18 giugno — è stato letto dal Consiglio di Sicurezza, l’ultima parola spettava al segretario generale. Che comunque attacca Israele: «L’impatto sui bambini a Gaza è stato senza precedenti, le violazioni molto gravi lasciano preoccupat­i sul rispetto delle leggi umanitarie internazio­nali».

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