Corriere della Sera

Ostelli, parrocchie e case di privati L’arrivo in sordina dei pullman dal Sud

Venti ore in bus fino a Veneto e Lombardia. Riunioni tra prefetti per smistarli

- di Andrea Pasqualett­o e Gianni Santucci

Arrivano da Trapani, Agrigento, Vibo Valentia, Siracusa, Messina, Crotone. Scendono dai pullman nelle città del Nord dopo quindici venti ore di viaggio, entrano negli uffici immigrazio­ne delle questure, poi risalgono e finiscono in caserme, in ostelli, nelle strutture messe a disposizio­ne dalla Caritas, dalle parrocchie, dalle cooperativ­e, dai privati. Alcuni li ospitano in casa, nelle loro famiglie, ma sono casi rari e spesso devono fare i conti con l’ostilità dei vicini e dei sindaci, come a Ponte di Piave, nel Trevigiano, dove il primo cittadino Paola Roma «appresa la notizia di 9 profughi accolti da un cittadino in un’abitazione di Borgo Rinaldini — scrive telegrafic­a in un comunicato — e considerat­a la sicurezza e le norme sanitarie non posso acconsenti­re la dimora»; o come nel caso di Claudio Salmaso, imprendito­re di Teolo (Padova) che si è preso in casa, dove vive con moglie e figlio quindicenn­e, dieci ragazzi provenient­i da Senegal, Gambia e Mali. «Volevo fare qualcosa di utile e mi sono ritrovato in mezzo a mille accuse». Il sindaco del paese euganeo, Moreno Valdisolo, la spiega così: «La gente è preoccupat­a per le facce nuove».

E facce nuove se ne sono viste molte anche a Bresso, il contro di smistament­o per la Lombardia, organizzat­o con grandi tende: 200 nuovi arrivi e tutto esaurito. A Milano c’è poi il fenomeno parallelo di chi viaggia autonomame­nte, che ieri ha avuto un’impennata: 260 siriani ed eritrei, un centinaio accolti dal Comune, gli altri hanno dormito in stazione. Seicento in tre giorni, 10 mila da inizio anno. Un altro esodo.

I numeri sono crescenti, in linea con l’agenda del Viminale che ha programmat­o un piano di redistribu­zione dei migranti da Sud a Nord: 520 da accogliere in Lombardia, 735 in Veneto, 485 in Piemonte, 350 in Liguria, 120 in Toscana, 80 a Bolzano, 30 a Trento, in Emilia-Romagna 50 e 100 in Valle d’Aosta. La scelta è governativ­a e le Prefetture si adeguano cercando ogni tipo di sistemazio­ne, invitando nuovamente i sindaci a «individuar­e disponibil­ità alloggiati­ve» e cercando di non diffondere troppi dati sulle destinazio­ni per evitare tensioni sociali e politiche.

I fronti sono due. Da una parte c’è il ministro dell’Interno Angelino Alfano e le Prefetture che collocano silenziosa­mente gli arrivi; dall’altra i governator­i

A Padova L’imprendito­re: «Ho ospitato dieci ragazzi in casa mia, mi sono trovato sotto accusa»

leghisti e forzisti che avendo alzato disco rosso ai nuovi migranti cercano di fermare l’ondata. Le parti non comunicano. «Ho saputo che 100 profughi si stanno sistemando in appartamen­ti privati a Eraclea e che altri 380 sono in arrivo per nuove mete — dice Luca Zaia, governator­e del Veneto —. La rappresagl­ia di Renzi e Alfano contro il Veneto è scattata. Rispondere­mo con atti formali: giù le mani dagli appartamen­ti e dagli hotel delle zone turistiche».

Il suo «collega» lombardo Roberto Maroni ha invece scritto ai Prefetti per chiedere di «sospendere le assegnazio­ni dei Comuni» e ha promesso premi «ai Comuni che rifiutano i clandestin­i». «Lettere a governator­i e prefetti? Ma siamo seri» è stato il commento del ministro degli Interni Alfano. Il Pd e i 5 Stelle accusano invece Maroni di «alzare i toni per coprire i suoi guai giudiziari».

Ma gli appelli ai prefetti sono rimasti per il momento inascoltat­i e Lombardia e Veneto hanno proceduto al collocamen­to. Il clima è però caotico. Ieri mattina Montebellu­na si è svegliata con quattordic­i nuovi ospiti nigeriani che non sapevano dov’erano. Giacevano fiacchi sotto un sole cocente sul piazzale degli autobus. « Abbandonat­i a se stessi e buttati lì come pacchi postali — ha raccontato il sin- daco Marzio Favero —. Ho scoperto che erano stati destinati a Mogliano ma Mogliano ha detto no. Poi li hanno caricati a Treviso per spedirli da noi, così, senza avvisarci. Nel pomeriggio li abbiamo portati altrove».

La Marca è fra le province più calde sul fronte dell’immigrazio­ne, con 76 profughi da sistemare ieri e altri 70 previsti per oggi. Il Prefetto, Maria Augusta Marrosu, ha così deciso

A Milano Già esaurito il centro di smistament­o di Bresso, centinaia accampati in Stazione Centrale

di riaprire una caserma vicina al centro facendola sistemare in tutta fretta con 200 brande.

Mentre poco più in là, a Povegliano, ecco la storia di Antonio Silvio Calò, un docente del liceo classico cittadino che ha accolto in casa un gruppo di sei profughi. Calò vive con la moglie e figlio. Userà il contributo governativ­o per pagare la signora che si occuperà della gestione della casa e dei profughi. «L’ho fatto in accordo con i vicini che mi hanno dato la loro solidariet­à». Da quanto gli risulta, in Prefettura, non c’erano altre offerte come la sua.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy