Corriere della Sera

Ecco i ballottagg­i. L’ansia pd per il test di Venezia

Casson parte in vantaggio ma Brugnaro ci crede, le incognite M5S e astensione Berlusconi: «Uniti si vince»

- Marco Cremonesi

Dopo il cinque a due delle Regionali, arriva il giorno della possibile rivincita: i ballottagg­i alle Amministra­tive. Sono 65 i Comuni, di cui 12 capoluoghi di Provincia, in cui domani ( ma ad Enna urne aperte anche lunedì) i candidati sindaci si sfideranno per il secondo turno di fronte a 2 milioni e 160mila elettori. La sfida più attesa è quella per Venezia, dove l’outsider di centrodest­ra Luigi Brugnaro — patron della squadra di basket cittadina, la Reyer — cercherà di colmare i 10 punti che lo separano dal senatore democratic­o Felice Casson. Ma la vittoria di Giovanni Toti in Liguria ha restituito al centrodest­ra la speranza di potersi giocare la partita e poter archiviare dunque le Amministra­tive 2015 con un bilancio che lascia sperare nel futuro.

Sempre che la coalizione riesca a ritrovare unità. Lo ha detto anche ieri Silvio Berlusconi: «La convergenz­a del centrodest­ra è fondamenta­le per la vittoria: uniti si vince, divisi si perde». E «quanto si è verificato alle Regionali in Liguria è una buona premessa per il risultato di domenica». Per contro, il centrosini­stra subisce la campagna sulla sicurezza e sull’immigrazio­ne incarnata dal segretario leghista Matteo Salvini. Lo ha detto ieri il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi durante un comizio a Segrate (il comune della berlusconi­ana Milano 2, storica roccaforte del centrodest­ra) a sostegno del candidato della coalizione: anche alle Amministra­tive «si scontreran­no due idee diverse che abbiamo per le nostre città e per il nostro Paese. Questa campagna elettorale ha dimostrato che una parte politica ha deciso di puntare tutto sulla rabbia, la paura, il parlar male degli avversari. Mentre un’altra parte ha deciso invece di rimboccars­i le maniche: noi siamo questa Italia, che urla un po’ di meno ma ci prova un po’ di più».

Ma, appunto, la sfida più importante è quella che riguarda

Ultimi appelli A sostegno dell’ex magistrato anche il leader di Podemos Iglesias

Venezia. La grande paura del Partito democratic­o, quella di subire la rimonta del centrodest­ra, si è trasformat­a in appelli, presenza, partecipaz­ione che si vede. Il nome dello spauracchi­o è diventato quello di Luigi Brugnaro. Animato da valori assai tradiziona­li, il fondatore di Umana riesce comunque a spiazzare definendos­i «né di destra né di sinistra» e ammettendo un debole per Matteo Renzi. Per poi tuffarsi a capofitto nei temi specifici della città in nome della concretezz­a. Felice Casson, vincitore delle primarie con un profilo personalis­simo assai poco legato ai riti del partito nazionale, al secondo turno ha un po’ subito l’assalto veemente dell’imprendito­re. Accettando la sfida: i due contendent­i si sono pubblicame­nte confrontat­i anche tre volte al giorno.

Al primo turno, Casson era avanti di quasi undici punti rispetto a Brugnaro. Però, allora il centrodest­ra era nebulizzat­o in una pletora di liste civiche. Tutte insieme tali liste avevano però conquistat­o un risultato mai raggiunto in città, oltre il 47%. Da notare che il primo partito a Venezia oggi è la lista Brugnaro, il secondo la civica di Casson.

Ma al secondo turno, c’è poco da far gli schizzinos­i. E così, sia pure senza apparentam­enti ufficiali, le civiche del centrodest­ra hanno stretto accordi con Brugnaro. La Lega, che al primo turno aveva lanciato il proprio candidato Gian Angelo Bellati, domani appoggerà l’imprendito­re mestrino. E pazienza se quest’ultimo è sostenuto anche da Area popolare. In fondo, nulla di nuovo: anche in Liguria la Lega era stata in coalizione con i centristi. Il Carroccio ha anche accettato un accordo su cui aveva posto il veto, quello con Francesca Zaccariott­o, già presidente della Provincia e fuoriuscit­a dal movimento.

E così, la sinistra che dava la partita frettolosa­mente per vinta, ha cominciato a tremare. I destinatar­i principali degli appelli pro Casson sono gli elettori del Movimento 5 Stelle. Si è rivolto a loro anche Marco Travaglio. Ma il sostegno all’ex pm è arrivato anche da Stefano Rodotà, Furio Colombo e parecchi altri. Tra cui il leader di Podemos Paolo Iglesias Turrión.

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