Il colpo grosso dei pirati cinesi Violati i dati di Cia e Difesa
L’attacco hacker rivelato dalle autorità Usa nei giorni scorsi è stato più serio di quanto ipotizzato in un primo momento. Non 4 ma 14 milioni di file sarebbero stati «rubati» dai cinesi dell’«Unità 61398». Un’incursione ancora più grave perché ha violato il database di funzionari dell’amministrazione che hanno il nulla osta a trattare informazioni riservate. Questo vuole dire che potrebbero essere convolti agenti della Cia, del Nsa e della Difesa. I «pirati» hanno preso di mira un settore delicato, collegato alla sicurezza. Ogni dipendente che dovrà gestire dossier sensibili prima riempie due lunghi formulari (Standard Form 85 e 86) dove è tenuto a precisare aspetti personali e sulla sua famiglia, eventuali problemi professionali, il numero di social security, viaggi, rapporti con stranieri, dettagli sulle sue finanze. Gli hacker avrebbero affondato i loro picconi proprio in questa miniera. Gli esperti non escludono che siano stati compromessi anche ruoli di copertura e rapporti dei funzionari Usa . Un veterano dell’intelligence ci ha spiegato che con questi dati è possibile esercitare pressioni, organizzare ricatti, costringere persone a collaborare. Perché si conoscono le debolezze di un funzionario, si ricostruisce la rete di contatti — anche all’estero — si scava nella sua vita. Senza dimenticare che questa operazione segue altre incursioni che hanno riguardato le assicurazioni sanitarie, il Fisco, poi diverse catene commerciali alle quali hanno scippato le coordinate delle carte di credito, infine l’intera Amministrazione. Gli analisti sostengono che i cinesi vogliono costruire un’anagrafe parallela degli Usa, con una massa di individui schedati in modo minuzioso. Una breccia che porterà ad una risposta da parte degli Stati Uniti, peraltro spesso al centro di azioni di spionaggio non solo contro i rivali ma anche nei confronti degli alleati. Obama ha già mobilitato i suoi consiglieri ed è atteso un piano in tempi brevi. Gli Usa potrebbero adottare sanzioni e misure restrittive, così come porre limiti a scambi commerciali con entità cinesi sospettate di fiancheggiare gli attacchi hacker.