Corriere della Sera

«BOCCIATO ALLE URNE? E IO CAMBIO LA LEGGE» LA NUOVA FRONTIERA DELLE NORME FLESSIBILI

- Di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Visto che ormai non fa scandalo dare per approvati in Consiglio dei ministri testi che nessuno dei ministri dice di aver visto entrare, arrampicar­si sugli specchi per non applicare subito la decadenza di un presidente di Regione fatto candidare nonostante si sapesse in partenza che per legge non sarebbe stato eleggibile, o intimidire la Corte Costituzio­nale rispetto a possibili decisioni sgradite all’esecutivo, manca solo che si modifichi a posteriori il risultato di un’elezione dopo il voto degli elettori. Ad abbattere anche questo muro del suono si candida la Puglia, dove il 31 maggio 2 milioni di elettori hanno votato con una nuova legge elettorale varata 3 mesi prima. Eppure la proclamazi­one degli eletti e del neopreside­nte Emiliano è sospesa perché uno degli autori della legge elettorale, il presidente del Consiglio regionale uscente Onofrio Introna (Lista Emiliano sindaco di Puglia), ha convocato per domani l’ufficio di presidenza per «correzione materiale dell’errore» asserito ora dal consiglier­e uscente Davide Bellomo (Movimento Schittulli).

Il garbuglio è se nella schizofren­ica seduta del 26 febbraio il Consiglio regionale, subito dopo aver approvato un emendament­o di Introna che ripartiva anche la quota maggiorita­ria dei seggi in base agli abitanti delle circoscriz­ioni (il che avrebbe riservato 15 seggi a Bari), abbia o meno respinto un «subemendam­ento soppressiv­o» dell’emendament­o (che invece avrebbe dato a Bari 12 seggi). Introna e Bellomo, non rieletti in base al testo in Bollettino Ufficiale (quello dei 12 seggi a Bari), lo sarebbero se una modifica a posteriori facesse rivivere il «loro» testo. E intanto pure la Prefettura prospetta un errore (ma in altro punto e lì senza grosse ricadute) laddove «il disposto del menzionato comma 6 corrispond­e a quello di cui al comma 5, lettera e) e non a quello di cui al 5 comma, lettera a), numero 1, come erroneamen­te dichiarato nel comma 6, lettera a), numero 5)». Chiaro, no?

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