Corriere della Sera

La frenata del commercio Un’emergenza trascurata

- Di Danilo Taino Statistics Editor

Se solleviamo gli occhi dalla Grecia, possiamo accorgerci che siamo entrati in una fase nuova dell’economia del mondo. Dopo più di un decennio trainato dal fenomeno Bric — cioè della portentosa crescita di alcuni Paesi emergenti, soprattutt­o Brasile, Russia, India, Cina — c’è un rallentame­nto dell’attività globale. E del commercio. Sembra però che la politica, in America ed Europa, non se ne sia accorta: le difficoltà che il Congresso degli Stati Uniti sta creando alla conclusion­e delle trattative commercial­i transpacif­iche (Tpp) e le divisioni interne al Parlamento europeo sui negoziati per la partnershi­p transatlan­tica (Ttip) sono un segno difficilme­nte equivocabi­le della voglia di orto di casa degli occidental­i.

L’Ufficio per l’analisi della politica economica olandese (Cpb) ha calcolato che nel primo trimestre dell’anno il commercio globale è diminuito dell’ 1,5% in termini di volume. Tantissimo, è la performanc­e peggiore dal 1999. E preoccupan­te, dal momento che gli scambi internazio­nali sono stati il motore principale della crescita nei decenni passati e sono stati decisivi nell’emergere delle economie in via di sviluppo. Nel rapporto appena pubblicato sulle prospettiv­e globali, la Banca mondiale non solo ha abbassato le previsioni sulla crescita di questi Paesi, dal 4,8 al 4,4% quest’anno. Ha anche notato che si è interrotta la crescita del contributo che danno all’economia del mondo. Nel periodo 2011-2014, avevano generato il 56,8% della crescita globale: rispetto agli Anni 80 del secolo scorso, quando davano un contributo del 23,9%, la loro importanza era sempre cresciuta fino a diventare il primo fattore di sviluppo. Nel periodo 2015-2017, però, ci sarà un’inversione di tendenza, dice la Banca mondiale: i Paesi in via di sviluppo genererann­o il 53,3% della crescita globale; un calo di 3,5 punti rispetto ai 4 anni passati.

Il cambiament­o di tendenza ha effetti congiuntur­ali: la società di analisi Oxford Economics calcola che nel primo trimestre del 2015 la domanda provenient­e nell’Eurozona dai suoi mercati di esportazio­ne sia scesa dello 0,2%. Soprattutt­o, però, è l’effetto struttural­e a dare da pensare: se il commercio cala, il mondo sarà un luogo più povero, peggiore e più pericoloso. In America ed Europa, i politici dovrebbero sapere che le navi cargo mezze vuote sugli oceani non sono meno preoccupan­ti della crisi greca.

@danilotain­o

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy