Un giorno da Suzuki «Anche noi per il podio»
Espargarò in pole davanti a Vinales. Terza fila per Rossi
Il pomeriggio è troppo azzurro: gli altri, accecati, possono solo inchinarsi e applaudire. A 7 anni dall’ultima pole di Chris Vermeulen (Assen 2007) e a 22 dall’ultima doppietta Schwantz-Barros (Jerez 1993), le qualifiche della top class appartengono di nuovo a una coppia Suzuki. Schwantz e Barros erano nomi grossi, e infatti nel 1993 il texano vinse il Mondiale, uno dei sei della gloriosa storia suzukista. Oggi il colpo delle moto azzurre appartiene a due giovani spagnoli di belle speranze.
L’uomo in pole è Aleix Espargarò, 25 anni, di Granollers, a 6 km da qui: se tira dritto sul rettilineo con la sua belva numero 41 arriva nel box di casa; il suo scudiero è Maverick Vinales, 20 anni, di Figueres, compaesano di Salvador Dalì, nel palmares un Mondiale Moto3 nel 2013 e una stagione nel team di Paris Hilton (proprio lei) nel 2011. Sono i testimonial del nuovo corso Suzuki, partito quest’anno dopo il ritiro nel 2011. Alla sua guida c’è Davide Brivio, l’uomo che nel 2004 portò Valentino Rossi in Yamaha. Considerando le difficoltà che comporta la creazione e lo sviluppo di una moto competitiva, l’impresa è clamorosa, e lo stesso manager ammette: «Siamo sorpresi pure noi. Ma la base di telaio era buona, il know-how dell’azienda non si discute, i piloti sono validi e la fortuna ci ha aiutato». Qui da Hamamatsu è arrivato un motore più potente. Mettiamoci poi il vantaggio della gomma supermorbida per le Case open (come Ducati) e il risultato non fa una piega.
«Una cosa spettacolare», lo definisce Aleix, festeggiato dal
Impresa L’abbraccio tra Espargarò e Vinales dopo l’exsploit delle qualifiche (Action Images) 1a fila 1. Espargarò
1’40”546 2. Vinales
1’40”629 3. Lorenzo
1’40”646 2a fila 4. Marquez
1’40”754 5. Dovizioso
1’40”907 6. Pedrosa
1’40”928 3a fila 7. Rossi
1’41”058 8. Smith
1’41”068 9. Crutchlow
1’41”195 4a fila 10. Hernandez
1’41”333 11. Espargaro
1’41”385 12. Iannone
1’41”524 La classifica 1. Rossi p. 118 2. Lorenzo 112 3. Dovizioso 83 In tv ore 14 SkyMotoGP SkySport1 fratello minore Pol, che parte in quarta fila su una Yamaha clienti, dalla famiglia e dagli amici. Espargarò sr. ha esordito in MotoGp nel 2009, nel 2011 si è retrocesso in Moto2, dal 2012 è tornato fra i grandi. La velocità c’è sempre stata, visto che nel 2014 aveva acchiappato la sua prima pole ad Assen. A quanto pare gli mancava la moto. «Che bello stare davanti al mio idolo Rossi», racconta invece Vinales, matricola in MotoGp. Più talentuoso di Aleix, è convinto che il momento non finisca qui: «Abbiamo un bel passo, possiamo lottare per il podio».
Ma qui forse dobbiamo fermarci. Questo grande equilibrio — 12 piloti in 9 decimi sono una grande conquista per un movimento che, con regolamenti e scelte anche rischiose, sta cercando di estendere a più piloti e Case le chance di vincere, e quindi di produrre show e business — per ora si ferma al sabato. In attesa delle novità 2016 (centralina unica e gommista Michelin), la domenica dovrebbe appartenere ai soliti noti. Anzitutto Lorenzo, terzo, in prima fila, in gran forma tecnica e dialettica: «Brava Suzuki, ma con la loro gomma avrei fatto mezzo secondo meno». Poi, a vedere il ritmo gara, con le Ducati un po’ in difficoltà, le Honda di Pedrosa e Marquez e la Yamaha di Rossi, che tanto per cambiare partirà in terza fila. Lui però è ottimista: «Sto meglio del Mugello e di Le Mans. Stavolta ci siamo». Dove, lo vedremo. Il vantaggio su Lorenzo è di soli 6 punti, la leadership è a rischio. Dovesse andare male, potrà consolarsi con una bella cena fra amici. Nel paddock gironzolano Biaggi, Gibernau e Stoner: cose da dirsi con Valentino ne hanno ancora tante.
In gara Lorenzo (3°): «Avrei fatto anch’io mezzo secondo di meno con la supermorbida». Dovizioso quinto