Reggio Emilia contro Sassari Quando la provincia cerca lo scudetto
Finale Oggi, ore 20.45 Gara 1 Grissin Bon Reggio EmiliaBanco Sardegna Sassari (Raisport 1) Martedì 16 ore 20.45 Gara 2 Grissin Bon Reggio EmiliaBanco Sardegna Sassari (Raisport 1) Giovedì 18, ore 20.45 Gara 3 Banco Sardegna Sassari-Grissin Bon Reggio Emilia (Raisport1) Sabato 20, ore 20.45 Gara 4 Banco Sardegna Sassari-Grissin Bon Reggio Emilia (Raisport 1) Eventuali gare 5, 6, 7 Lunedì 22, Mercoledì 24 e Venerdì 26 sempre alle ore 20.45, diretta Rai sport 1. Inizia questa sera tra Reggio Emilia e Sassari la più inedita delle finali. Il punto più alto mai raggiunto dalle due società. «Eh, ma senza Milano, che impatto mediatico vuoi che abbia...». Un bel modo per non cogliere l’ennesima lezione che lo sport sa dispensare: non basta essere i più forti, bisogna essere i migliori. Intanto. La Grissin Bon Reggio Emilia è l’unica squadra italiana ad aver vinto in stagione una competizione europea, l’EuroChallenge, oltre ad essere quella che ha ricevuto il premio per il maggior minutaggio di italiani in campo. Mentre il Banco di Sardegna in stagione ha già vinto SuperCoppa e Coppa Italia. C’è un senso nel contendersi lo scudetto. A dispetto di chi lamenta il ritorno ad una dimensione «provinciale», questa finale è tutta da bere, anche perché Reggio e Sassari giocano un basket emozionante. La curiosità ci spinge ad una maggior conoscenza, seppur essenziale. Cominciando da Reggio Emilia, individuando i 4 caposaldi della Reggiana. Alla base sta il presidente Stefano Landi, che proprio quest’anno festeggia i 60 anni della sua azienda, da officina di installazione, in silenzio, fino a leader mondiale degli impianti gas per auto. L’uomo che 10 anni fa disse: «Se lo hanno fatto piccole o medie città come Caserta, Pesaro, Cantù, Treviso e Siena, perché un giorno anche Reggio non potrebbe vincere lo scudetto?». E tutti gli ridevano dietro. Il secondo lato del quadrilatero reggiano è costituito da Alessandro Dalla Salda, l’ad, entrato in società insieme a coach Menetti. Landi ha comprato la macchina, poi ha dato le chiavi a Dalla Salda. Sull’angolo opposto sta Max Menetti, l’allenatore aziendalista, con la peculiarità di essere bravissimo nel farsi comperare i giocatori giusti. Max che non ha mai pronunciato la parola budget, sostituita sempre con sfida. Infine il Cincia. Il capitano. Il simbolo della classe operaia che va in paradiso. Punti, assist e sacrificio. Lo stesso che 3 anni fa Cantù pagò pur di liberarsene. Cominciamo, dunque, da Reggio Emilia, «la città del Tricolore», che ne hanno sempre fatto un vanto, ma oggi, per scaramanzia, fingono di dimenticarselo.