I pediatri denunciano i rischi del federalismo vaccinale
Le differenze regionali nell’offerta di protezione dalle malattie infettive
ite salvate, ma anche benefici economici con le vaccinazioni, secondo uno studio condotto negli Stati Uniti. «Si stima che negli Usa tra il 1994 e il 2013 siano stati 322 milioni i casi di malattie evitati, 21 milioni i ricoveri risparmiati — dice Louis Bell, responsabile della divisione di Pediatria del Children’s Hospital di Philadelphia —. In termini economici, i vaccini hanno fatto risparmiare 295 miliardi di dollari per costi diretti e 1,38 trilioni di dollari per costi di Igiene e medicina preventiva all’Università di Palermo —. In due anni sono stati vaccinati circa 50 mila neonati siciliani e sono più che dimezzati i ricoveri per gastroenterite, passando da 960 l’anno a circa 400 nel 2014».
Nelle Regioni che non offrono gratis i vaccini, i genitori che decidono di farli somministrare ai figli devono pagarli. «Per le 4 dosi del vaccino antimeningococco B, per esempio, si spendono quasi 400 euro e non tutti possono permetterselo — sottolinea Alberto Ugazio, direttore del Dipartimento di Medicina Pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma —. Se esistono nuovi vaccini per malattie gravi, non si possono aspettare anni per aggiornare il calendario nazionale delle vaccinazioni offerte attivamente. In altri Paesi la revisione avviene ogni anno, da noi il Piano nazionale 2015 ancora non è entrato in vigore».
La Sip, insieme ad altre società scientifiche (di Igiene e di Pediatria) e alle Federazioni dei medici di famiglia e dei pediatri, elabora già da qualche anno un “Calendario per la vita”. «Lo abbiamo aggiornato l’anno scorso includendo tutti i vaccini utili a evitare malattie gravi prevenibili — dice Corsello — . Un’occasione ulteriore per sollecitare il Ministero della Salute a far sì che il calendario vaccinale sia unico su tutto il territorio nazionale». Per saperne di più Società italiana di pediatria Portale di EpiCentroIstituto Superiore di Sanità indiretti». E in Italia? Secondo i calcoli di Alberto Villani, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria: «I circa 150 casi l’anno di meningite da meningococco B prevenibili (di cui il 10% mortale), per esempio, costano al Servizio sanitario tra i 17 e i 21 milioni di euro, mentre per il 10-20% di casi gravi si va dai 18 ai 47 milioni di euro». Ma, soprattutto, con le vaccinazioni si sarebbero evitati esiti fatali e gravi disabilità.