Corriere della Sera

Venezia, centrodest­ra avanti

I candidati del centrosini­stra in vantaggio ad Arezzo e a Lecco

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Marco Cremonesi

Casson verso la sconfitta nella notte, la sorpresa dell’imprendito­re Brugnaro

Affluenza ancora in calo, rispetto al primo turno, ai ballottagg­i delle elezioni amministra­tive svoltesi ieri in 78 Comuni (12 i capoluoghi). A Venezia, secondo i primi dati, Luigi Brugnaro (centrodest­ra) sarebbe in vantaggio su Felice Casson, che aveva vinto due settimane fa. «Abbiamo dato tutto quello che potevamo dare», dichiarano dal quartier generale del Pd. Berlusconi: è la prova che il premier ha perso smalto.

L’emorragia Tra il primo e il secondo turno si è perso circa il 10 per cento dei votanti Nuova fase Finisce il lungo commissari­amento dovuto all’arresto dell’ex sindaco Orsoni

Gli avversari lo chiamavano il «campagnolo di Mirano»: adesso apriremo la città ai privati

VENEZIA La Laguna si tinge di fucsia, il colore di Luigi Brugnaro. Sia pure disamorati, i veneziani hanno scelto di cambiare tutto. L’impetuoso imprendito­re ha messo a segno un colpo epocale: strappare Venezia al centrosini­stra che la governava da decenni. Una vittoria che pone fine anche al lungo commissari­amento, quasi un anno, nato dopo l’arresto dell’ex sindaco Giorgio Orsoni. Dopo la mezzanotte, in 232 sezioni su 256, Brugnaro è al 53,3% contro il 46,7% di Felice Casson.

Di certo, tra il primo e il secondo turno si è perso circa il 10 per cento dei votanti. Alla chiusura delle urne, neppure la metà degli aventi diritto ha ritenuto di ripresenta­rsi ai seggi (49%). Due settimane fa, al primo turno, i votanti avevano sfiorato il 60%.

Alla corsa di Brugnaro da Mirano («il campagnolo», lo chiamavano gli avversari in centro storico) sono bastati meno di tre mesi. Il fondatore di Umana è infatti sceso in campo dopo la vittoria alle primarie di Felice Casson, ex pm e senatore pd dal profilo pur distante dalla «parrocchia» di partito e di paladino della legalità.

Veemente, esuberante, ricco come Creso e struttural­mente incapace di perdere, Brugnaro per il ballottagg­io ha messo in fila tutte le schegge di un centrodest­ra al primo turno polverizza­to in una nebulosa di liste civiche. Anche la Lega non ha poi fatto la schizzinos­a. È cosi, si è accordata con Brugnaro nonostante la presenza nel gruppo di Area popolare, come dire l’Ncd. Risultato, avrà il vicesindac­o: Gian Angelo Bellati, il candidato del movimento al primo turno.

Brugnaro pensa a se stesso come all’uomo delle missioni impossibil­i. Ha riportato ai vertici della classifica (e prima ancora in serie A) la storica squadra di basket cittadina, la Reyer. E la sua candidatur­a a sindaco è sia «trasversal­e» («Non ho problemi ad ammetterlo, Renzi mi piace») che «emergenzia­le». Della futura squadra che lo affiancher­à a Ca’ Farsetti, si conoscono già alcuni nomi.

I «renziani» che potrebbero entrare in giunta (forse) si vedranno. Gli altri già noti sono il tributo, nonostante lui si dica «né di destra né di sinistra», alla politica concreta, quella fatta di accordi — non apparentam­enti — tra il primo e il secondo turno. Di certo, ci saranno l’ex presidente della Provincia Francesca Zaccariott­o, già leghista poi fuoriuscit­a e candidata in proprio al primo turno, e Renato Boraso, a sua volta aspirante sindaco di ceppo Forza Italia.

La Venezia di Brugnaro sarà, dice lui, «apertissim­a ai privati» e affronterà la marea dei turisti (20 milioni all’anno) non con un ticket, previsto dall’avversario «statalista» Casson, ma con tre card, carte servizi platinum, gold e silver, che daranno diritto a servizi differenzi­ati. Per dire: pontili di accesso ai vaporetti privilegia­ti per i turisti «platinum».

Le grandi navi, accusate dalla sinistra di favorire il turismo mordi e fuggi, non sono criminaliz­zate. Anche se il canale della Giudecca e il bacino di San Marco dovrebbero, anche con Brugnaro sindaco, diventare off limits. L’accusa agli avversari è quella di voler favorire come hub portuale la Trieste della governatri­ce dem Debora Serracchia­ni a scapito di Venezia. Tra le passioni del neosindaco, il Lido: «Dovrebbe essere una vetrina, e invece dopo decenni di sinistra resta zona bombardata».

La giornata da candidato parte con un giro per la città. Gli avversari lo accusano di aver girato per pasticceri­e per offrire la colazione ai veneziani. «Macché — risponde lo staff — giusto un cappuccino con gli amici».

Poi, in famiglia. A pranzo, pasta al pomodoro e costata di chianina provenient­e da una delle aziende di famiglia, 426 ettari a Chiusi.

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(LaPresse) In Laguna Luigi Brugnaro, 53 anni, e Felice Casson, 61 anni: l’imprendito­re ha battuto l’ex magistrato e senatore del Pd
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