Crolla l’affluenza Il netto vantaggio di Brugnaro su Casson
ROMA Aspettando l’esito della battaglia di Venezia — dove Felice Casson (Pd), a scrutinio ancora in corso, è stato superato dall’imprenditore Luigi Brugnaro sostenuto dal centrodestra e ora anche dalla Lega — occhi puntati all’affluenza perché ai ballottaggi (e stavolta si votava in 78 Comuni, di cui 12 capoluoghi) la partecipazione è da sempre in caduta libera. E così è andata anche in questa mini tornata elettorale che avrebbe dovuto mobilitare due milioni di cittadini oltre la metà di quali, invece, alla fine sono rimasti a casa. La percentuale dell’ affluenza (47,1%) è dunque schizzata di 16 punti verso il basso rispetto al primo turno di 15 giorni fa (63,2 %).
Oltre alla sorpresa amara per il Pd a Venezia, ben 5 capoluoghi verrebbero conquistati dai candidati del centrosinistra (Arezzo, Mantova, Lecco, Macerata, Trani) mentre ad Enna dove si vota anche oggi fino alle 15 sarebbe solo questione di ore per la proclamazione del «barone rosso» del Pd Vladimiro Crisafulli. Il centrodestra è in testa a Chieti e spera di recuperare a Rovigo e a Matera. Scontro all’ultima scheda tra Pd e lista civica a Fermo.
Il Pd di Renzi è reduce dalla vittoria alle Regionali, per 5 a 2, ma ha ancora in bocca l’amaro della sconfitta in Liguria. Mentre Forza Italia galvanizzata dall’impresa di Toti faceva in questi giorni più che un pensierino sulla possibilità (ora a portata di mano) di espugnare Venezia, un’altra roccaforte storica della sinistra. Per questo la sfida per la città lagunare è diventata di portata nazionale: e i primi dati raccolti hanno dato nella notte un forte arretramento dell’ex pubblico ministero e senatore del Partito democratico Felice Casson rispetto alla fuga dell’imprenditore Luigi Brugnaro.
Ma ieri si è votato anche in altri 11 capoluoghi. A Mantova è nettamente in vantaggio, già alle prime battute dello scrutinio, il candidato del centrosinistra Mattia Palazzi che al primo turno aveva sfiorato la vittoria secca con il 46,5% contro il modesto 26,4% della candidata del centrodestra Paola Bulbarelli.
A Lecco la dinamica non cambia: in vantaggio il centrosinistra con Virginio Brivio che al primo turno aveva conquistato il 39,2 per cento dei consensi contro il 26,5 per cento di Alberto Negrini. E anche ad Arezzo il centrosinistra è avanti dopo che Matteo Bracciali (44,2%) al primo turno aveva distanziato di 9 punti Alessandro Ghirelli (35,9).
Centrosinistra in testa anche a Macerata dove Romano Carancini mantiene un grande distacco su Deborah Pantana. E lo stesso schema si ripete a Trani dove vola l’avvocato Amedeo Bottaro (scelto alle primarie ma non iscritto al Pd) lasciando a terra Antonio Florio.
Più complesso lo scrutinio in quei Comuni in cui i migliori due candidati hanno fatto registrare pochi punti di differenza al primo turno. A Rovigo, in particolare, i due candidati — Nadia Romeo del centrosinistra e Massimo Bergamin del centrodestra — erano arrivati al ballottaggio con 5 punti di differenza. Lo scarto è ancora più ridotto a Fermo tra il candidato del centrosinistra, Antonio Pasquale Zacheo (24,8%), e Paolo Calcinaro ( 22,9%) sostenuto da due liste civiche. A Nuoro va male il candidato del Pd Alessandro Bianchi che cede il passo a Andrea Soddu dei movimenti cittadini.
Il centrodestra prende Venezia ma da Mantova a Lecco sono cinque i capoluoghi dove il centrosinistra è vicino a conquistare la vittoria