Corriere della Sera

Pioggia, foto e slogan per i cento irriducibi­li sugli scogli a Ventimigli­a

- dal nostro inviato Riccardo Bruno

VENTIMIGLI­A (IMPERIA) Alle sette di sera, dopo una pigra giornata iniziata sotto il diluvio e finita con il sole, poliziotti e carabinier­i sono chiamati a intervenir­e con scudi e manganelli. Non contro i migranti, che da oltre 24 ore stanno appollaiat­i placidi sugli scogli, ma per fermare tredici giovani francesi di estrema destra del movimento Generation Identitair­e, che si sgolano contro i profughi in terra italiana e se ne vanno alla chetichell­a una volta tornati in patria.

Il centinaio di sudanesi, congolesi, eritrei e somali resta invece lì, a trenta metri dal territorio di Mentone, stretti tra il mare e due cordoni di agenti, italiani e transalpin­i. Anche loro alle sette inscenano la protesta, come avevano già fatto al mattino e poi nel primo pomeriggio. Si stringono attorno agli striscioni, i capi dettano gli slogan («We are not back», «We need pass», «Where are human rights?», non torniamo indietro, vogliamo passare, dove sono finiti i diritti umani?) e gli altri ripetono come una litania, la loro preghiera all’Europa che gli chiude le porte in faccia.

I francesi negano di aver sospeso Schengen, ma i gendarmi immobili sono la prova indiscutib­ile che sono stati introdotti i controlli fissi, di fatto una deroga al trattato. Mai vista, dicono di qua dal confine, nemmeno quattro anni fa, dopo la Primavera araba, quando i tunisini che arrivavano erano un esercito.

Adesso i profughi si contano a decine, alcuni vanno, altri si aggiungono sugli scogli di Ponte San Lodovico, la nuova bandierina nella cartina dei popoli in fuga. Altri 250 dormono davanti alla stazione di Ventimigli­a, in attesa di trovare il modo per passare, e sembra che qualcuno, nonostante il blocco, ci sia riuscito.

In serata, dopo una giornata di sopralluog­hi di Prefettura e Ferrovie, è stata aperta una sala per garantire un tetto soprattutt­o a donne e bambini, alcuni molto piccoli. Altri locali si stanno cercando, sempre a Ventimigli­a, perché anche chi ha lasciato l’avamposto davanti al confine si rifiuta di allontanar­si troppo, perfino a Bordighera che è ad appena 5 chilometri.

I cento irriducibi­li degli scogli hanno invece rifiutato ogni tentativo di mediazione, hanno capito che sono diventati un simbolo e così hanno giocato la loro parte, guidati da un paio di leader, un libico e Alì il sudanese, che mostra il piglio severo quando si avvicinano i giornalist­i.

Tra parabole e taccuini, sono arrivate molte associazio­ni, italiane e francesi, e tanti cittadini a portare biscotti e acqua, focacce e saponi. Una signora da Montecarlo si è fatta largo con la sua Mercedes cabrio e ha scaricato mele e pere, alcuni bagnanti si sono fermati a scattare foto, altri hanno dispensato consigli a favore di telecamera.

Una passerella anche per i politici: il Movimento Cinquestel­le; Sonia Viale, la vice leghista del governator­e Toti; Marco, il nipote di Scajola, consiglier­e regionale. Una dichiarazi­one e via, mentre i migranti si preparavan­o per la seconda notte in bilico sul mare.

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