Corriere della Sera

L’aggressore del capotreno: chiedo scusa non volevo ferirlo

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Chiede «scusa», dice di essere dispiaciut­o, di avere colpito mentre era ubriaco, ma che lui — il mareros José Emilio Rosa Martinez —, non voleva uccidere né ferire il capotreno ma solo spaventarl­o. Davanti al giudice per le indagini preliminar­i Gennaro Mastrangel­o, durante l’interrogat­orio di garanzia che si è svolto nel carcere di San Vittore, il 19 enne è tornato a parlare dell’aggression­e di giovedì scorso nella stazione di Villapizzo­ne, alla periferia di Milano. Lo aveva già fatto poche ore dopo l’arresto davanti ai pm Lucia Minutella e all’aggiunto Alberto Nobili, facendo anche i nomi degli altri membri della pericolosa banda degli Ms-13. Per lui, come per gli altri due latinos arrestati — Jackson Jahir Lopez Trivino, ecuadorian­o di 20 anni detto Peligro, e Alexis Ernesto Garcia Rojas, 20 anni, salvadoreg­no detto Cigarrito (entrambi hanno respinto le accuse) —, il giudice ha disposto la misura cautelare del carcere. Il fermo di Garcia Rojas, arrestato dalla Mobile sabato notte, non è stato convalidat­o. Il ragazzo resterà comunque in cella. All’appello della banda mancano altri due ragazzi che, in qualche modo, hanno partecipat­o all’aggression­e al 32enne Carlo Di Napoli, colpito al braccio sinistro con un machete dopo scoperto che i ragazzi erano senza biglietto. «Si è dimostrato collaborat­ivo e dispiaciut­o per le conseguenz­e del suo gesto», ha spiegato il legale di Rosa Martinez, l’avvocato Alessio Mantuano: «Anche la madre del ragazzo si è sentita un po’ sollevata quando ha saputo che i medici erano riusciti a salvare il braccio al capotreno».

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