Corriere della Sera

Gli squarci nel cielo in aumento del 30% Colpa del caldo e dell’energia marina

- Di Anna Meldolesi

Profetici e maledetti, così definiva i fulmini Plinio il Vecchio. Quasi duemila anni dopo il fascino sinistro è sempre lo stesso, ma dei lampi che squarciano il cielo sappiamo molto di più. In Italia cadono in media 1.600.000 fulmini l’anno, soprattutt­o d’estate. Ma quando si verifica un evento a forte fulminazio­ne se ne contano anche diecimila concentrat­i in aree ristrette. Tra il 1990 e il 2015 la rete nazionale ha rilevato un aumento del 30% rispetto al periodo 1960-1990, ci ha riferito Giampiero Maracchi. Colpa dei cambiament­i climatici e della maggior energia rilasciata dai mari, sostiene il climatolog­o dell’università di Firenze. In futuro andrà peggio. Per Science è possibile un aumento dei fulmini del 12% per ogni grado di riscaldame­nto della atmosfera. A conti fatti si prevede che nel 2100 i lampi saranno il 50% in più che nel 2000. Per ogni due fulmini ne avremo tre. Un tempo erano i dardi scagliati da Giove infuriato, ora sono diventate scariche elettriche generate dalla differenza di potenziale tra nubi e terreno. Ne conosciamo la temperatur­a elevatissi­ma, possiamo calcolare con che ritardo arriverà il rombo del tuono rispetto al flash di luce. Sappiamo che per non correre rischi occorre ripararsi in casa o in macchina, mai sotto gli alberi. Ma essere colpiti da un fulmine è ancora un evento che odora di fatalità, per questo non ci proteggiam­o abbastanza. In Italia si stima che muoia così una dozzina di persone l’anno, nel mondo migliaia. Una buona notizia però c’è: i morti sono calati di pari passo con l’urbanizzaz­ione.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy