Corriere della Sera

Hülkenberg da mediano a re nella 24 Ore targata Porsche

Le Mans, doppietta 919 Hybrid. Audi dopo 5 anni di dominio studia la rivincita

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

Gli occhi smarriti davanti a un fiume di gente in festa –— oltre 263 mila spettatori —, il sorriso che batte la fatica. Una vita da mediano e d’improvviso si ritrova re. Timido pure con la coppa in mano mentre Jacky Ickx lo abbraccia. Stenta a crederci Nico Hülkenberg: con la Force India in F1 lotta per il 7-8° posto, qui sbanca al primo colpo la 24 Ore con la Porsche insieme con l’inglese Nick Tandy e il neozelande­se Earl Bamber.

Ma i flash sono tutti per il tedesco che vive ormai dentro l’abitacolo di una macchina. « Non dormo da settimane, questa è la giusta ricompensa» spiega. Neanche il tempo di festeggiar­e che ricomincer­à sulle monoposto al Gp d’Austria. Lo stakanovis­ta del volante non ci pensa: «È il giorno più bello della mia carriera. Negli ultimi giri mi dicevano di rallentare. Quasi non ci riuscivo tanto avrei voluto continuare a guidare ancora davanti a questo pubblico. Sensazioni incredibil­i». Paragoni con la F1 in crisi? Il ragazzo è abile nel dribblare le trappole: «Sono un privilegia­to: posso correre in tutte e due i campionati».

E pensare che è stato a un passo dalla Ferrari. Nell’estate 2013 firma una bozza di contratto: salta tutto perché a Maranello scelgono Kimi Raikkonen, Nico ci rimane male. A 27 anni è quasi uscito dall’orbita dei top team, ma chissà che il successo nella endurance francese non gli cambi il destino. Destino che a volte gioca strani scherzi: sul sedile della Porsche poteva esserci Fernando Alonso, ma poi la McLaren-Honda si è messa di traverso. Ed è spuntato Hülkenberg a prendersi i compliment­i dell’ex Red Bull Mark Webber — secondo con Bernhard e Hartley — per una doppietta che consegna alla Porsche il 17° successo a Le Mans (è la casa più vincente). Ma soprattutt­o spezza un dominio Audi lungo cinque anni. I campioni in carica Fassler-Lotterer-Tréluyer si fermano al terzo posto.

Gli uomini di Stoccarda hanno avuto la meglio nel duello in famiglia grazie alle 919 Hybrid, bolidi veloci e indistrutt­ibili. Mentre le R18 e-tron quattro per tenere il passo hanno tirato oltre il limite e sofferto grane tecniche e incidenti pagati poi a caro prezzo nelle soste ai box.

Wolfgang Ullrich, l’«architetto » dei trionfi Audi rende omaggio ai cugini: «Non ho nulla da rimprovera­re a nessuno, correvamo contro rivali che hanno costruito un’auto vicina alla perfezione». Un segno di resa? Macché a Ingolstadt stanno già lavorando sulla vettura per l’anno prossimo, un grosso salto tecnologic­o con motori elettrici più efficaci per riprenders­i il titolo. Lo sbarco in Formula 1 può attendere, almeno fino al 2017. Ansioso di rivincita è il trio Bruni-Fisichella-Vilander: solo il cambio bloccato a due ore dalla fine ha impedito ai piloti dell’Af corse su Ferrari 458 di difendere il titolo nella classe Gte Pro. Piccola consolazio­ne per l’Italia: il primo posto nella categoria Am di Andrea Bertolini.

F1 ed endurance Niko domina con Tandy e Bamber: «È il mio giorno più bello» Webber secondo

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Doppietta Bandiera a scacchi per le due Porsche sul traguardo di Le Mans: la casa tedesca è tornata a vincere la 24 Ore dopo 5 anni di dominio Audi (Reuters)

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