Corriere della Sera

L’eterno Dettori domina in Francia e vince le Oaks con Star of Seville

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

«All’inferno andata e ritorno» ormai neppure si può più dire di Lanfranco Dettori, perché su e giù questo tragitto il fantino italiano a segno in 200 Gran premi internazio­nali l’ha già fatto più volte nei suoi 44 anni. L’ultima quando, nel 2012, la scuderia dello sceicco del Dubai lo «rottamò» prematuram­ente a beneficio di qualche nuovo finto jockeyprod­igio, lui ricadde nello scivolone estemporan­eo della cocaina e fu squalifica­to per doping per quasi un anno, finì persino a partecipar­e in tv a una specie di «Grande Fratello» inglese, e appena ritornato alle corse si fratturò un piede una settimana prima dell’Arc de Triomphe in cui avrebbe dovuto interpreta­re la poi vittoriosa campioness­a francese Treve. Ma tre cose non hanno mai tradito Frankie: il suo talento, un briciolo di fortuna negli snodi della vita, e gli amici veri. Come il suo agente Ray Cochrane che anni fa lo tirò fuori dalle fiamme dell’elicottero precipitat­o. O come l’allenatore inglese John Gosden, uno dei primi a dargli fiducia 25 anni fa all’inizio, e uno dei primi a ridargliel­a adesso nell’ennesimo reinizio. E siccome (ecco la fortuna) Gosden quest’anno sembra avere solo missili in scuderia, dopo aver consentito a Dettori 10 giorni fa di vincere il suo secondo Derby di Epsom facendo il passeggero a bordo del 3 anni Golden Horn, ieri a Chantilly gli ha affidato nelle Oaks francesi la coetanea galoppatri­ce inglese Star of Seville, figlia di uno stallone (Duke of Marmelade) famoso per dare figlie femmine tutte super: come l’indigena Sound of System, seconda in maggio nel Derby Italiano, che ieri col fantino Fabio Branca ha colto un onorevole sesto posto.

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