Lorenzo il Martello Rossi paga la solita partenza a handicap
Allo spagnolo il derby Yamaha di Barcellona
L’antico difetto sta diventando una maledizione. Valentino non ha mai amato le qualifiche, soprattutto nella nuova versione del quarto d’ora «all-in», ma questa idiosincrasia al sabato gli sta provocando danni letali. Anche ieri in Catalogna è andata così: Lorenzo, in prima fila, ha vinto perché ha preso un vantaggio decisivo in partenza; Rossi, in terza fila, è arrivato secondo perché, nonostante uno start molto buono, quel gap non è più riuscito a colmarlo. Il conto è presto fatto: al primo giro Rossi, quinto, aveva 1’’ di distacco dal compagno; al traguardo aveva 885 millesimi. Nell’incipit della corsa, insomma, era detto già tutto.
Aritmetica facilona? Mica tanto. Perché se le moto sono uguali, le prestazioni pure e il talento anche, e ciò che fanno i due rivali tra il semaforo verde e la bandiera a scacchi è sostanzialmente la stessa cosa («Martellare, perché siamo simili», spiega Lorenzo), ciò che rompe l’equilibrio è proprio l’handicap al via. L’analisi della quarta vittoria consecutiva di Lorenzo ( record personale guarnito dall’aggancio al mitico Hailwood a quota 38 e dal meno 1 in classifica da Rossi dopo avergli rubato 29 punti in 4 gare) sta tutta qui: ha vinto domenica chi ha vinto sabato. Valentino è il primo ad ammetterlo: «Non si può partire in terza fila e sperare di battere questo Lorenzo. Peccato, con 29 punti in più dormivo più tranquillo...».
In questo scenario, è quasi irrilevante ciò che è accaduto nel mezzo di una gara noiosa: il ridimensionamento previsto delle Suzuki (Aleix Espargarò successi consecutivi di Lorenzo che ha percorso in testa gli ultimi 103 giri della MotoGp, un record assoluto
Celebrazione Jorge Lorenzo, 28 anni, festeggia piantando la bandiera a colpi di martello (Reuters)