Corriere della Sera

Baby Tortu va di fretta A 17 anni è più veloce del totem Mennea

I 100 in 10’’33 e i 200 in 20’’92: «Ma il mio idolo è Nedved»

- Gaia Piccardi

Alla straordina­ria velocità di 17 anni, Pietro Mennea veniva dirottato dagli Europei di Atene ’69 (alle selezioni di Viareggio era stato il migliore) verso la squadra B, che a Lugano lo vide debuttare con tre false partenze; Andrew Howe assaggiava i 200 in 21’’15 e Usain Bolt li inceneriva in 20’’13, lasciando sul tartan le prime scintille di grandezza.

Filippo Tortu, che 17 anni li compie proprio oggi (auguri), viaggia in 10’’33 sui 100 (migliore prestazion­e italiana Allievi: Gavardo, 17 maggio) e in 20’’92 sui 200 (Societari: Chiari, 7 giugno). Per i tecnici non c’è dubbio: tra le sue fibre muscolari cova un talento assoluto. Filippo, fratello di Giacomo, classe ’93 (10’’79 sui 100), è figlio di Salvino, 15 volte campione nazionale Master (trasferito in Brianza per amore), e nipote di Giacomo senior, sprinter sardo di Tempio Pausania quando nell’isola la tradizione della velocità produceva il bronzo di Tonino Siddi nella 4x100 ai Giochi di Londra ’48. «Mio padre copriva i 100 sotto gli 11’’ — racconta coach Salvino, che

I numeri

Stampando 10’’33 nei 100 ha migliorato il record italiano Allievi che durava da 39 anni (Giovanni Grazioli 10’’49 nel ‘76), 2° crono di sempre Under 20 (dopo il 10’’82 di Pavoni nell’82)

Con 20’’92 nei 200 ha strappato il record di categoria a Andrew Howe ed è diventato l’8° Under 20 italiano all time. ogni giorno all’Atletica Riccardi pianta semi di futuro —, lo sprint è lo sport di famiglia ma ai ragazzi non ho imposto nulla. Scegliete voi, ho detto: Giacomo il giorno dopo si è presentato con un volantino di un corso di atletica e Filippo, da bravo fratello minore, l’ha seguito al campo».

La corsa nel sangue e la velocità come vocazione. Cinque allenament­i alla settimana, di due ore ciascuno, più lavoro didattico in palestra (niente pesi). A 17 anni, in pieno sviluppo, la crescita di Filippo viene monitorata come l’evoluzione di una specie rara di ragazzo italiano. Tifoso della Juve (il suo idolo supremo è Pavel Nedved: la cameretta della casa di Costa Lambro, frazione di Carate Brianza, è zeppa di maglie autografat­e, sciarpe, cimeli bianconeri), non ha mai voluto giocare a calcio. Stravede anche per il basket: al Forum, nella serie di semifinale del campionato, seduto tra gli ultrà sardi ha spinto la Dinamo Sassari nella volatona su Milano. Oltre alla capacità di apprendere in fretta («È facile da allenare: ha

In azione Filippo Tortu, 17 anni, in pista ai Giochi giovanili di Nanchino (Colombo) una capacità motoria elevatissi­ma, non devo mai ripetere le cose più di due volte» spiega Salvino), a incantare di Filippo sono la facilità di corsa («Bella, efficace, rotonda: non disperde niente») e la determinaz­ione. L’anno scorso, ai Giochi giovanili di Nanchino, Tortu cadde dopo il traguardo dei 200 fratturand­osi entrambe le braccia. «Si disintegrò nella foga dell’arrivo — ricorda Salvino —. Stagione finita. Un disastro». Eppure Filippo non ha perso la voglia di divertirsi con le scarpette chiodate: «È tornato in pista appena guarito. Ha un approccio con l’atletica quasi irreale: la vive senza ansie, con enorme gioia». Archiviati i dolori del giovane Tortu, su di lui fioccano già piccole leggende. Quella volta che a Baku, poiché la finale dei 100 tardava a partire, si era seduto al fresco sorseggian­do una bibita e dovettero andare a chiamarlo d’urgenza. Quell’altra in cui tra batterie Papà-coach Salvino È facile da allenare: impara subito, si diverte, cresce 1 cm al mese. E non andrà al Mondiale e finale si addormentò placidamen­te sotto un albero.

Dall’atletica italiana in perenne quaresima, Filippo è atteso come l’acqua nel deserto. Su di lui vigila papà Salvino, in contatto con Stefano Baldini e il presidente Giomi. «Al Mondiale di Pechino non andrà. Stiamo valutando se mandarlo al Mondiale Under 18 in Colombia». Filippo cresce 1 cm al mese: in questa fase è più fragile del cristallo. Bolt può attendere: « I suoi atteggiame­nti sfrontati non lo conquistan­o». Meglio Mennea, con la sua filosofia del lavoro. E il 20’’9 nei 200 agli Europei ’71. Ti aspettiamo Filippo, ma tu corri.

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