Corriere della Sera

La prima volta di Camila arriva sull’erba olandese Giorgi vittoriosa con dedica al padre: «Una settimana incredibil­e, io adoro questa superficie»

- Roberto Perrone

La ragazza che ha cominciato più tardi degli altri a camminare perché suo padre sosteneva che i bambini, a un anno, devono esercitare prima le braccia, un bel passo avanti ora lo ha fatto. Camila Giorgi, 24 anni a fine dicembre, nata a Macerata da genitori argentini, strappata alla ginnastica per dedicarsi a un altro attrezzo (la racchetta), ha conquistat­o il suo primo torneo Wta sull’erba olandese di s’Hertogenbo­sch, superando in due set (7-5, 6-3) la svizzera Belinda Bencic in un’ora e 25 minuti di gioco. Una bella prestazion­e, solida soprattutt­o nel colpo meno competitiv­o del repertorio della biondina, il servizio, sovente zavorrato da un numero eccessivo di doppi falli. Questa volta sono stati solo 2, ben ammortizza­ti da otto ace: così Camila ha difeso la sua battuta non

Rovescio Camila Giorgi, 23 anni, numero 32 Wta (Ap) concedendo neanche una palla-break all’avversaria, che pure ha una buona risposta e avrebbe potuto metterla in difficoltà.

Al quarto tentativo (e alla seconda finale stagionale dopo quella persa a Katowice, dove in semifinale superò Agnieszka Radwanska prima di cadere con la Schmiedlov­a), Camila conquista finalmente il suo primo torneo. Timida e riservata, Camila è cresciuta, come dice testuale il padre sul sito ufficiale, «con i metodi dei suoi maestri di ginnastica ucraini. Lei piangeva ma resisteva. Già a tre anni e mezzo quando i suoi compagni cadevano e dovevano abbandonar­e l’esercizio, lei restava attacca all’attrezzo». C’è chi ha avuto un’educazione siberiana, come recita il titolo di un libro, chi «un’educazione ucraina». Questo successo, nel progetto di papà Sergio, il cui idolo non è un tennista ma un pugile, Oscar De la Hoya «uno che si difendeva attaccando», è solo un punto di passaggio, una tappa del cammino di Camila verso gli obiettivi veri, cioè i quattro tornei dello Slam, non uno, proprio tutti e quattro: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, Us Open. Non uno dei quattro, ma proprio tutti. Sicurament­e Camila ha un gioco adatto a una grande prova, ma non ha ancora anestetizz­ato completame­nte la sua fragilità, che le fa alternare grandi giocate a errori banali. Non in Olanda, non al Topshelf Open, 226 mila dollari di montepremi, uno dei classici appuntamen­ti della stagione sull’erba che porta ai Championsh­ips, agli unici campionati, quelli dove l’erba è sempre più verde, Wimbledon. Nella città olandese Camila ha vissuto «una settimana incredibil­e: sono stati match duri ma tutto è andato per il meglio. Era la prima volta che partecipav­o a questo torneo: mi sono trovata davvero bene. Adoro l’erba. Dedico questa vittoria al mio papà». Lucciconi per l’una e per l’altro al momento della premiazion­e. Perché se è vero che il signor Giorgi punta in alto («Non mi interessa tanto che vinca piccoli tornei, ma che giochi bene negli Slam»), il primo titolo non si scorda mai.

Servizio solido Contro la svizzera Bencic, servizio solido e grande continuità aspettando Wimbledon

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