Corriere della Sera

Irriconosc­ibile Bolt, il 20’’29 di New York è «il peggior 200 della mia vita»

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( g.pic.) «Sono uscito dai blocchi, e non sono andato da nessuna parte...». Kingston, we have a problem. Il peggior Bolt — da quando Bolt ( foto) è Bolt — esibito proprio nello stadio dove la leggenda cominciò (9’’72, record del mondo nei 100, New York 31 maggio 2008), rende il contrasto ancora più stridente. Sembrano trascorsi ben più di sette anni tra lo sprinter che folgorò una notte di magie (e poco dopo sbranò l’Olimpiade di Pechino) e il lungagnone travestito da Lampo che sulla stessa pista sabato ha ruminato 200 metri di mestiere. 20’’29. Orrore. «Il peggior mezzo giro di pista di tutta la mia carriera con una delle peggiori curve di tutta la mia esistenza». E se lo dice lui. Non correva così «lento» dal 2003. Justin Gatlin, che sarà il suo principale avversario al Mondiale di Pechino (22-30 agosto), con il 19’’68 stampato due settimane fa a Eugene oggi è un atleta di un altro pianeta. Ma nelle liste stagionali dei 200, prima del Bolt di Ostrava (20’’13) che contava di migliorars­i all’Icahn Stadium, ci sono otto rivali meglio piazzati della controfigu­ra di New York. A due mesi dal Mondiale, pur con l’alibi dei 2.8 metri al secondo di vento in faccia, è allarme rosso. «Non capisco. Non mi spiego cosa stia succedendo. Mi sento bene fisicament­e e psicologic­amente ma la mia corsa non è efficace. Mi sono allenato bene. Il mio coach era contento. Io ero contento. Non riesco ad eseguire in gara quel che faccio in allenament­o. Perché? Non ne ho idea. Vorrei poter dare una spiegazion­e ma non ce l’ho. Non resta che pensare che sia stata una giornata no e rimettersi a lavorare a testa bassa». Da qui a Pechino il ricco carnet di Bolt prevede il meeting di Parigi (dove il 4 luglio farà l’esordio stagionale nei 100) e quello di Losanna (200 il 9 luglio). Ma se coach Mills lo riterrà opportuno il Lampo verrà schierato nei Campionati giamaicani di fine mese, che varranno come trials mondiali, pur essendo qualificat­o di diritto in quanto campione del mondo in carica. Programmat­o per arrivare ai Giochi di Rio 2016 («In questo momento non mi preoccupa il Brasile...»), istigato dagli sponsor ad allungare fino al Mondiale di Londra 2017, Usain Bolt ha problemi molto più contingent­i da risolvere. «La mia eredità è in pericolo» ammette. Tre ori e tre record del mondo da difendere. Tanta roba (troppa?) per un Lampo di quasi 29 primavere.

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