Corriere della Sera

Lezione di guida su un «palazzo» da 16 mila cc

- S.v.

I Tir sono «brutti, sporchi & cattivi»? No. Per dimostrarl­o, Mercedes Trucks ha invitato un gruppo di giornalist­i a provare il suo Actros, un palazzo semovente alto 4 metri e mezzo e largo 2,5 che arriva a 44 tonnellate. L’operazione più difficile è salire fino al sedile, a 2 metri di altezza. Raggiunta la vetta, ci si trova in un monolocale di lusso, mansardato e luminoso. Frigo, hi-fi, letto, clima e riscaldame­nto autonomi. Al volante si sta seduti con vista sul mondo. Premendo lo «start», il turbodiese­l di 16 mila cc, al piano di sotto, si avvia. Il cambio è automatico, con 12 marce. Un tocco di gas e si parte con delicatezz­a, ma lasciando qualche dubbio sulla frenata... Macché: oltre ai freni tradiziona­li, due rallentato­ri agiscono su motore e trasmissio­ne, acquietand­o il bestione in pochi metri. Il connubio alleggeris­ce il lavoro delle pastiglie, che durano un milione di chilometri. Lo sterzo è leggero e si svolta in un... foulard, ma siccome si guida davanti alle ruote sterzanti, si ha la sensazione di andare a sbattere da qualche parte. La velocità, per legge, è autolimita­ta a 90 orari (quindi i camion che vi fanno i fari a 120 sono stati «pasticciat­i»), ma la si raggiunge in breve, perché a spingere ci sono potenze fino a 625 cv e coppie di 3.000 Nm (quattro volte più di quella di una Ferrari F12). In marcia, il cruise control attivo mantiene andatura e distanza; se serve frena da solo fino all’arresto e avvisa se si devia per errore dalla carreggiat­a. Il cambio colloquia col navigatore e sceglie in anticipo le marce secondo tracciato e pendenza, per sfruttare eventuali abbrivi ai fini del risparmio e delle emissioni. Morale: i Tir evoluti sono congegni stradali ipertecnol­ogici e sicuri. Il resto, come sempre, è lasciato all’uomo e alla sua testa.

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