Corriere della Sera

Marino, sono due gli assessori vicini all’addio

Improta (Trasporti) dovrebbe lasciare a fine mese. Ieri telefonata con il sindaco che però nega tensioni Scozzese (Bilancio) deciderà a ore: se mi chiedono di sforare il patto di Stabilità non posso restare

- Alessandro Capponi

Non uno ma due assessori «pesanti» sembrano sul punto di abbandonar­e la nave guidata, tra mille tempeste, da Ignazio Marino: il titolare dei Trasporti, Guido Improta — che non si fa vedere in giunta da un paio di appuntamen­ti — ieri non ha diffuso la nota richiesta dal sindaco per smentire l’annuncio delle dimissioni. E la sua collega del Bilancio, Silvia Scozzese, ha preso qualche ora per riflettere, decidere cosa fare. Le voci di tensioni, che pure si moltiplica­no in questi giorni tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e Marino — «deve guardarsi allo specchio e capire se è in grado di governare», disse il premier a Porta a Porta — vogliono che Improta e Scozzese non siano gli unici sul punto di uscire. (un contributo di 110 milioni per il ruolo di Capitale): comunicher­à la sua decisione nelle prossime ore, forse già domani. All’origine della scelta sembra esserci la richiesta arrivata dal sindaco, mercoledì scorso, di sforare il Patto di stabilità: lei non parla, ma ai suoi collaborat­ori ha confermato «l’impossibil­ità a proseguire se mi viene richiesto di essere incoerente e andare contro i miei principi». Qualche giorno fa aveva detto: «Se il problema sono io posso togliere il disturbo». Difficile fare previsioni, al momento: ma è un fatto che due «big» della squadra di Marino siano sulla porta, se non già oltre. Per le opposizion­i, in questo momento, attaccare è quasi inevitabil­e: «Con le dimissioni di Improta siamo ai titoli di coda», dice Alfio Marchini; e il Movimento cinque stelle: «Marino perde i pezzi, ormai è solo». Di certo il sindaco deve — come pure gli capita da tempo — fronteggia­re anche il fuoco amico. Anche nel Pd, infatti, il litigio tra Scozzese e Marino non è passato inosservat­o: «Il sindaco — dice il deputato Pd Michele Anzaldi — avrebbe chiesto ai suoi assessori di sforare il patto di stabilità. Se fosse vero ci troveremmo di fronte ad un grave atteggiame­nto che mette in discussion­e le regole fondamenta­li dei conti pubblici. Il ministero dell’Economia valuti se non sia opportuno convocare il ragioniere generale del Campidogli­o per verificare che non si vada incontro a un danno erariale». In questo clima, Matteo Salvini annuncia: «Se si vota a Roma la Lega avrà un candidato. E prenderemo una barca di voti».

Toccherà stasera a Ignazio Marino sul palco della Festa dell’Unità — da solo, nessuna domanda prevista — raccontare il momento di Roma. Per il momento, dal Campidogli­o, si nega qualunque problema: «È vero che Marino e Improta si sono parlati al telefono ma per lavorare, esattament­e come accade sempre». A breve, in ogni caso, si avrà certezza del destino che attende Roma: martedì sono previste sia una riunione dei capigruppo in Campidogli­o per preparare la mozione di candidatur­a per le Olimpiadi (nello stesso giorno nel quale Parigi, una delle sfidanti più accreditat­e, ufficializ­zerà la corsa) sia il Consiglio dei ministri, che sul Giubileo potrebbe dare risposte sui fondi e attribuire i poteri di coordiname­nto al prefetto Franco Gabrielli. Un altro «segnale», per Marino, non certo incoraggia­nte.

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