Marino, sono due gli assessori vicini all’addio
Improta (Trasporti) dovrebbe lasciare a fine mese. Ieri telefonata con il sindaco che però nega tensioni Scozzese (Bilancio) deciderà a ore: se mi chiedono di sforare il patto di Stabilità non posso restare
Non uno ma due assessori «pesanti» sembrano sul punto di abbandonare la nave guidata, tra mille tempeste, da Ignazio Marino: il titolare dei Trasporti, Guido Improta — che non si fa vedere in giunta da un paio di appuntamenti — ieri non ha diffuso la nota richiesta dal sindaco per smentire l’annuncio delle dimissioni. E la sua collega del Bilancio, Silvia Scozzese, ha preso qualche ora per riflettere, decidere cosa fare. Le voci di tensioni, che pure si moltiplicano in questi giorni tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e Marino — «deve guardarsi allo specchio e capire se è in grado di governare», disse il premier a Porta a Porta — vogliono che Improta e Scozzese non siano gli unici sul punto di uscire. (un contributo di 110 milioni per il ruolo di Capitale): comunicherà la sua decisione nelle prossime ore, forse già domani. All’origine della scelta sembra esserci la richiesta arrivata dal sindaco, mercoledì scorso, di sforare il Patto di stabilità: lei non parla, ma ai suoi collaboratori ha confermato «l’impossibilità a proseguire se mi viene richiesto di essere incoerente e andare contro i miei principi». Qualche giorno fa aveva detto: «Se il problema sono io posso togliere il disturbo». Difficile fare previsioni, al momento: ma è un fatto che due «big» della squadra di Marino siano sulla porta, se non già oltre. Per le opposizioni, in questo momento, attaccare è quasi inevitabile: «Con le dimissioni di Improta siamo ai titoli di coda», dice Alfio Marchini; e il Movimento cinque stelle: «Marino perde i pezzi, ormai è solo». Di certo il sindaco deve — come pure gli capita da tempo — fronteggiare anche il fuoco amico. Anche nel Pd, infatti, il litigio tra Scozzese e Marino non è passato inosservato: «Il sindaco — dice il deputato Pd Michele Anzaldi — avrebbe chiesto ai suoi assessori di sforare il patto di stabilità. Se fosse vero ci troveremmo di fronte ad un grave atteggiamento che mette in discussione le regole fondamentali dei conti pubblici. Il ministero dell’Economia valuti se non sia opportuno convocare il ragioniere generale del Campidoglio per verificare che non si vada incontro a un danno erariale». In questo clima, Matteo Salvini annuncia: «Se si vota a Roma la Lega avrà un candidato. E prenderemo una barca di voti».
Toccherà stasera a Ignazio Marino sul palco della Festa dell’Unità — da solo, nessuna domanda prevista — raccontare il momento di Roma. Per il momento, dal Campidoglio, si nega qualunque problema: «È vero che Marino e Improta si sono parlati al telefono ma per lavorare, esattamente come accade sempre». A breve, in ogni caso, si avrà certezza del destino che attende Roma: martedì sono previste sia una riunione dei capigruppo in Campidoglio per preparare la mozione di candidatura per le Olimpiadi (nello stesso giorno nel quale Parigi, una delle sfidanti più accreditate, ufficializzerà la corsa) sia il Consiglio dei ministri, che sul Giubileo potrebbe dare risposte sui fondi e attribuire i poteri di coordinamento al prefetto Franco Gabrielli. Un altro «segnale», per Marino, non certo incoraggiante.