Azienda Pizzarotti: i rapporti col governo
Con riferimento alle intercettazioni riportate nell’articolo «Il racconto di Odevaine a Buzzi: così Castiglione gestì l’affare profughi» ( Corriere, 11 giugno) l’Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. vorrebbe fare alcune precisazioni. Rispetto alla «questione Mineo», l’Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. non è mai stata favorita, come si legge nell’articolo, dagli organi di governo dell’epoca. Tanto è vero che non è mai pervenuta da parte del ministero dell’Interno nessuna preventiva comunicazione dell’intenzione di requisire l’allora «Residence degli Aranci», di proprietà della Pizzarotti, per far fronte all’emergenza profughi. L’Impresa Pizzarotti, in risposta al decreto di requisizione n. 16355/2011, non mancò, inoltre, di inviare nel marzo 2011 alle Autorità preposte una lettera formale con la quale si stigmatizzava il ricorso a provvedimenti autoritativi di requisizione di un bene dell’Impresa stessa. Nella medesima comunicazione, l’azienda rilevò un danno per l’esercizio d’impresa, tanto più che erano in corso trattative per la stipulazione di contratti di locazione con terzi soggetti. Il governo stabilì, infine, un indennizzo che non ha assolutamente remunerato i danni che le strutture hanno subito causa la destinazione degli immobili.
L’Impresa Pizzarotti & C. S.p.A., ribadisce che in quanto proprietaria del villaggio in cui è stato insediato il Cara, ha locato al Consorzio Calatino,