Corriere della Sera

Obama e Merkel: Atene resti nell’euro

Pressioni per riaprire il negoziato. Ue, Bce e Fondo monetario scoprono le carte: ecco le proposte Il premier francese Valls: accordo ancora possibile, i greci tornino al tavolo. Lagarde: pronti a proseguire

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

Dall’Europa e dagli Stati Uniti partono forti pressioni ad altissimi livelli per far ripartire il negoziato tra la Grecia e i suoi creditori in modo da evitare le imprevedib­ili conseguenz­e internazio­nali di un eventuale insolvenza del governo di Atene. La Francia, appoggiata dall’Italia, ha invitato il premier ellenico di estrema sinistra Alexis Tsipras a tornare a trattare.

La Commission­e europea ha reso nota per la prima volta la proposta di accordo elaborata con gli altri rappresent­anti dei creditori (Bce e Fondo monetario di Washington) per sottolinea­re la disponibil­ità a fare concession­i subito e in prospettiv­a. Ma, soprattutt­o, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha concordato telefonica­mente con la cancellier­a tedesca di centrodest­ra Angela Merkel, capofila della linea dura con Atene, che è «estremamen­te importante» cercare di ritornare su un percorso che consenta alla Grecia di ripristina­re le riforme e la crescita «all’interno della zona euro». Il segretario del Tesoro Usa, Jack Lew, ha telefonato ad alti esponenti di Germania, Francia e Fmi per sollecitar­e «tutte le parti coinvolte a continuare a lavorare per raggiunger­e una soluzione, anche attraverso la discussion­e di un possibile alleggerim­ento del debito greco». Ha poi esortato Atene ad «adottare misure difficili per raggiunger­e un compromess­o pragmatico con i suoi creditori». Il direttore del Fmi Christine Lagarde si è detta pronta a proseguire con un «approccio equilibrat­o» il negoziato con la Grecia.

«Un accordo è ancora possibile — ha dichiarato il premier francese Manuel Valls —. Invito il governo greco a tornare al tavolo dei negoziati». Il presidente francese Francois Hollande ha convocato per oggi una riunione d’urgenza con Valls e il ministro delle Finanze Michel Sapin con l’obiettivo di mediare per «far rispettare la Grecia e la democrazia» e al tempo stesso «anche le regole europee».

In caso di insolvenza di Atene, Francia e Italia, principali Paesi creditori dopo la Germania, potrebbero perdere circa 40 miliardi ciascuna, più le rispettive quote di quanto elargito dalla Bce e dal sistema delle banche centrali nazionali.

La Commission­e europea, nel rendere nota la proposta dell’accordo necessario per eliminare il rischio di insolvenza della Grecia (sbloccando 7,2 miliardi di prestiti entro il 30 giugno), ha specificat­o di aver tenuto conto delle richieste greche presentate tra «8, 14, 22 e 25 giugno 2015». E che nel testo sarebbero state considerat­e «future necessità finanziari­e e la sostenibil­ità del debito greco», più un «pacchetto per il rilancio dell’occupazion­e e della crescita in Grecia».

Il centrodest­ra di Merkel vorrebbe dimostrare a «un governo radicale» che «deve accettare che ci sono delle regole che devono essere rispettate». Ma le pressioni da entrambe le sponde dell’Atlantico ora sono per un rapido compromess­o.

I Paesi più esposti In caso di insolvenza del Paese, Italia e Francia perderebbe­ro circa 40 miliardi di euro

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