La vicenda
In realtà una parte dei Cinquestelle non si è arresa e intende proporre la candidatura facendo leva sugli attivisti. Sarebbe al vaglio l’ipotesi di far partire una campagna con mailbombing nei confronti del blog per chiedere ugualmente una deroga per il Campidoglio
« Stanchino», come aveva scritto sul blog qualche mese fa, e anche un po’ defilato (nell’ultima campagna elettorale). Ma senza nessuna intenzione di lasciare i Cinque Stelle. Beppe Grillo sarà solo meno protagonista rispetto al passato. «Starò un po’ da parte perché loro, parlamentari e attivisti, devono diventare il volto del Movimento», ha detto il leader l’altra sera a Ostia.
Nessun addio, ma un cambio di strategia. «Lui e Gianroberto Casaleggio stanno assumendo il ruolo di garanti, di supervisori — spiega Nicola Morra —. Il lavoro duro, di comunicazione nelle piazze, sta passando pian piano ai parlamentari. Dopo due anni e mezzo siamo cresciuti e in grado di recitare un altro ruolo». Quasi a rimarcare la sua presenza dopo la fiaccolata di sabato, Grillo sarà venerdì prossimo a Milano
Il vertice a Milano Venerdì i fondatori si incontrano a Milano Poi Grillo sarà con Fo a un evento ecologista
sia per un possibile vertice con Casaleggio sia — insieme a Dario Fo — per la «notte dei 573 alberi», una serata contro l’abbattimento delle piante previsto per la costruzione della nuova metropolitana milanese.
«Se notano che l’ordito è sfilato, intervengono e mettono a posto», dice Morra parlando dei due fondatori. E molti saranno i nodi al pettine del prossimo summit milanese. A partire dalla questione del mancato rinnovo del contratto di Ilaria Loquenzi, stimata da Casaleggio. In questi giorni si sta lavorando febbrilmente tra i Cinque Stelle per trovare una soluzione che non scontenti lo stratega e che non alimenti malumori tra i deputati pentastellati. Un eventuale braccio di ferro potrebbe anche riportare al centro della scena le espulsioni, previste in questo caso per la violazione del «codice di comportamento» dei parlamentari («La costituzione di due “gruppi di comunicazione”, uno per la Camera e uno