Corriere della Sera

POLONIA, IL DRONE, L’ABORTO : SCENE DA UN PAESE CHE CAMBIA

- Maria Serena Natale msnatale@corriere.it

Èdecollato da Francofort­e sull’Oder, ha sorvolato il fiume che disegna la linea di confine Germania-Polonia ristabilit­a dopo la Seconda guerra mondiale, è atterrato nella polacca Slubice. Il piccolo drone bianco trasportav­a due confezioni di farmaci abortivi, ad aspettarlo c’erano due donne con regolare ricetta medica che hanno ingerito le pillole davanti a un gruppo di attivisti pro-vita arrivati con volantini e feti di plastica. «Così durante l’occupazion­e nazista la Germania voleva distrugger­e la Polonia, promuovend­o l’aborto e la contraccez­ione» ha commentato il quotidiano Nasz Dziennik, parte dell’impero mediatico del fondatore di Radio Maryja, padre Tadeusz Rydzyk.

Scene dalla Polonia che cambia, Paese cattolico e tradiziona­lista alle prese con le spinte della modernità, dove l’aborto era legale in epoca comunista e il ritorno alla democrazia ha portato un inasprimen­to delle norme ancora oggi al centro del dibattito. L’aborto in Polonia è consentito solo in caso di stupro, in presenza di seri rischi per la salute della madre o gravi malformazi­oni del feto. Tema che spacca partiti e opinione pubblica. Il governo liberale di Piattaform­a civica ha respinto i tentativi dell’opposizion­e di arrivare a un divieto totale e ha autorizzat­o la pillola del giorno dopo, ma il prossimo ottobre si vota e non è detto che gli equilibri restino inalterati. Alle presidenzi­ali di maggio è stato eletto a sorpresa Andrzej Duda di Diritto e giustizia, il partito nazionalis­ta e conservato­re di Jaroslaw Kaczynski apertament­e sostenuto da Radio Maryja. Segno di fisiologic­a disaffezio­ne per il governo ma anche di arroccamen­to identitari­o davanti alle incognite della crisi e alla percepita «assimilazi­one» delle specificit­à nazionali nell’indistinto magma europeo.

In questo contesto va letta la provocator­ia incursione del drone di Women on Waves, associazio­ne olandese che lotta per l’interruzio­ne volontaria di gravidanza nei Paesi dove leggi restrittiv­e espongono le donne a pericolosi interventi clandestin­i (in Polonia circa 50 mila ogni anno). E allo stigma sociale che si aggiunge al dolore di un aborto.

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