POLONIA, IL DRONE, L’ABORTO : SCENE DA UN PAESE CHE CAMBIA
Èdecollato da Francoforte sull’Oder, ha sorvolato il fiume che disegna la linea di confine Germania-Polonia ristabilita dopo la Seconda guerra mondiale, è atterrato nella polacca Slubice. Il piccolo drone bianco trasportava due confezioni di farmaci abortivi, ad aspettarlo c’erano due donne con regolare ricetta medica che hanno ingerito le pillole davanti a un gruppo di attivisti pro-vita arrivati con volantini e feti di plastica. «Così durante l’occupazione nazista la Germania voleva distruggere la Polonia, promuovendo l’aborto e la contraccezione» ha commentato il quotidiano Nasz Dziennik, parte dell’impero mediatico del fondatore di Radio Maryja, padre Tadeusz Rydzyk.
Scene dalla Polonia che cambia, Paese cattolico e tradizionalista alle prese con le spinte della modernità, dove l’aborto era legale in epoca comunista e il ritorno alla democrazia ha portato un inasprimento delle norme ancora oggi al centro del dibattito. L’aborto in Polonia è consentito solo in caso di stupro, in presenza di seri rischi per la salute della madre o gravi malformazioni del feto. Tema che spacca partiti e opinione pubblica. Il governo liberale di Piattaforma civica ha respinto i tentativi dell’opposizione di arrivare a un divieto totale e ha autorizzato la pillola del giorno dopo, ma il prossimo ottobre si vota e non è detto che gli equilibri restino inalterati. Alle presidenziali di maggio è stato eletto a sorpresa Andrzej Duda di Diritto e giustizia, il partito nazionalista e conservatore di Jaroslaw Kaczynski apertamente sostenuto da Radio Maryja. Segno di fisiologica disaffezione per il governo ma anche di arroccamento identitario davanti alle incognite della crisi e alla percepita «assimilazione» delle specificità nazionali nell’indistinto magma europeo.
In questo contesto va letta la provocatoria incursione del drone di Women on Waves, associazione olandese che lotta per l’interruzione volontaria di gravidanza nei Paesi dove leggi restrittive espongono le donne a pericolosi interventi clandestini (in Polonia circa 50 mila ogni anno). E allo stigma sociale che si aggiunge al dolore di un aborto.