Corriere della Sera

NON SOLO CIBO & MOVIDA L’EXPO È ANCHE FRATELLANZ­A

- Elisabetta Soglio

Non è un’isola di divertimen­to separata dal mondo. Expo nel mondo c’è, eccome. E si capisce dalla gente che, ancora ieri, si è messa in coda per mangiare al padiglione tunisino: un modo per rispondere a chi imbraccia un kalashniko­v lasciando sulla spiaggia vite e sogni spezzati. Lo capisci ogni giorno al padiglione del Nepal, uno dei meno «pirotecnic­i» ma anche uno dei più frequentat­i perché mentre gli ebanisti intarsiava­no le colonne di questo spazio, un terremoto metteva in ginocchio il loro Paese: i visitatori camminano qui come in un pellegrina­ggio solidale e la teca si riempie di offerte. Oltre il luna park, Expo è davvero un luogo di fratellanz­a e di pace. Qui convivono Israele e Palestina, qui l’Iran si mette in mostra stando davanti agli Stati Uniti, qui c’è lo spazio dove si dice messa la domenica mattina mentre i musulmani nei loro padiglioni stanno celebrando il Ramadan. Qui si mangiano hamburger e cous cous e si passeggia col burqa o in minigonna. Un mondo a parte, ma un mondo possibile. La gente viene all’Expo per divertirsi, per assaggiare sapori nuovi, per una movida serale diversa. Ma si trova catapultat­a in questo clima così lontano da quello descritto in tivù e sui giornali. Expo è il luogo della gentilezza, dove non ci si lamenta per le code e per qualche disservizi­o come invece facciamo ogni giorno in auto al primo ingorgo.

Expo è il luogo del confronto, dove Carlin Petrini e don Colmegna chiedono rispetto della terra e della dignità di contadini e pescatori di fianco ai padiglioni delle multinazio­nali, spesso nemiche dell’ambiente e della salute. Ed Expo è anche la prova di una convivenza possibile, basata anzitutto sul rispetto. Per questo le famiglie in coda davanti alle splendide vele del padiglione del Kuwait ieri salutavano le hostess con un sorriso più grande e firmavano il registro delle condoglian­ze: per dare solidariet­à e dire la vicinanza umana. Al di là del divertimen­to.

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