L’orgoglio del papà trans e una famiglia da reinventare
Dopo i successi di Netflix, anche ad Amazon è riuscito il colpo di produrre una serie che si è guadagnata visibilità e riconoscimenti in tutto il mondo: è «Transparent», che in Italia è trasmessa da Sky Atlantic (martedì, 21.10). Morton L. Pfefferman (interpretato dal bravissimo Jeffrey Tambor) è un docente di scienze politiche in pensione: ha tre figli adulti e una ex moglie, Shelly. Per tutta la vita è stato per tutti Morton, al maschile: padre, marito, professore. Ma lui si è sempre sentito qualcos’altro, con una forte componente femminile intrappolata in un corpo e nei ruoli di un maschio: quando con l’avanzare dell’età
Vincitori e vinti
HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE Daniel Radcliffe Sempreverde Harry Potter su Italia 1: 1.703.000 spettatori, 10,3% di share SOLA NEL BUIO Michelle Monaghan gli obblighi e i vincoli sociali iniziano ad allentarsi, comincia la sua transizione, da Morton a Maura.
Abiti femminili, una nuova casa in un quartiere meno elegante ma più inclusivo per tutti i «diversi», nuove amicizie che la aiutano nel non facile percorso di cambiare la sua vita completamente. Si capisce presto che il fulcro di «Transparent» non è tanto quello di descrivere la transizione di Morton verso Maura, ma di esplorare le conseguenze che il suo coming out ha sulle vite e sulle relazioni dei vari membri della famiglia Pfefferman.
I più coinvolti sono naturalmente i figli, chiamati a ridefinire, ciascuno a modo suo, il rapporto con la figura paterna.
«Transparent» ha tutti i pregi e i vezzi (per non dire limiti) del cinema americano indie: sceglie di concentrarsi su un contesto sociale molto specifico e molto privilegiato (la upper class creativa ebraica della costa ovest), a cui si dedica con un’osservazione intima e di dettaglio, a volte pervasa della leggerezza anche grottesca della commedia, a volte della profondità amara del dramma psicologico.
Per fortuna, in «Trasparent» non c’è nessun tentativo di modellizzare o rendere simbolico un tema molto delicato e quella di Maura Pfefferman resta, giustamente, solo una storia tra le molte che si potevano raccontare.