Dracma2 o Bitcoin, il paracadute della moneta virtuale
Sulla piattaforma di scambio Bitstamp gli accessi dalla Grecia sono aumentati di oltre dieci volte
Bitcoin, Litecoin, Sardex, Blue e Grey Dolar. Fuori dai circuiti ufficiali esistono monete parallele e sovrannazionali. O anche illegali il cui valore di cambio è pubblicato sui giornali (è il caso del Blue Dolar argentino che si trova, come se niente fosse, sulla stampa di Buenos Aires).
Ora la crisi di Atene potrebbe trasformare la Grecia nel più importante laboratorio per sperimentare nuove modalità per assolvere ai tre compiti di una divisa: difesa del valore di acquisto, moneta di scambio e riferimento per il valore di merci e servizi. Se oggi il popolo greco dovesse far prevalere il «No» ponendo le basi per un possibile ritorno a una moneta che ancora non esiste, la dracma 2, potrebbe iniziare una fase di transizione favorevole alla diffusione di queste altre monete. Nella storia è già accaduto e la stessa lira che nasce come riferimento della monetazione carolingia senza essere coniata (lira viene da libbra d’argento a cui corrispondevano 240 denari) ha avuto dei valori paralleli durante il Medioevo a seconda della zecca di origine.
Con banche chiuse, bancomat contingentati e scarsità di euro, la curiosità ha già spinto i greci a informarsi sul meccanismo del Bitcoin, la moneta che funziona come i software peertoanche se non c’è certezza di un utilizzo diffuso. Secondo BtcGreece che si vanta di essere la più importante piattaforma greca per i Bitcoin, fino ad ora il bilancio totale è di appena 40 cybermonete nei portafogli dei greci, per un valore totale di meno di 10 mila euro. D’altra parte l’attendibilità di queste piattaforme è spesso molto vaga.
Su Bitstamp, la più grande Borsa europea, l’accesso dalla Grecia risulta dieci volte il normale. Una volta che gli euro sono stati bonificati a uno dei servizi di wallet, in effetti non hanno più bisogno della banca per essere scambiati in forma di Bitcoin, anche se risulta esserci un solo Atm in tutta Atene, dentro una libreria, e sono pochissimi i ristoranti come la Angel Tavern che li accettano. Dunque, l’unica funzione certa è quella di difesa del potere d’acquisto. Per una situazione come quella che si sta venendo a creare avrebbe più senso una replica del Sardex, la piattaforma sarda che riesce a sopperire all’assenza di liquidità diventando un riferimento di valore per il baratto (in Sardegna con il Sardex si possono ormai pagare l’idraulico, il commercialista piuttosto che la pizza). Chissà, il modello potrebbe anche essere esportato.
Purtroppo, la cronaca lascia presagire che in luogo di soluzioni creative attraverso Internet è più facile che emerga un clone del Blue Dolar, un concambio tra peso argentino e dollaro Usa, illegale ma molto diffuso. Con il default dell’Argentina del 2001 venne dichiarata la fine della parità tra le due monete. Il risultato fu che il peso si svalutò enormemente e il dollaro divenne introvabile. Così il Blue Dolar che quota più del cambio ufficiale delle due monete permette a ricchi e turisti di trovare dollari pagando un po’ di più. Per determinare il cambio esiste addirittura un algoritmo che confronta il valore di merci come il Big Mac in Argentina e negli Usa e calcola il prezzo della moneta illegale (bluedolar.net). D’altra parte una sorta di «blue euro» è possibile che si trovi già sul mercato nero greco in attesa del responso del referendum.
423 milioni di dollari il buco della piattaforma di Bitcoin, Mt Gox 59 milioni al giorno di Bitcoin sulla piattaforma BTC China 10 volte oltre il normale l’accesso dalla Grecia sulla piattaforma Bitstamp