«C
aro Crocetta, se rivoluzione deve essere, rivoluzione sia, ferma il tempo e torna indietro... per andare oltre». Ossequiente alla stralunata raccomandazione di Adolfo Maria Messina, il più crocettiano dei crocettiani, Rosario Crocetta l’ha messo a capo di «Pubbliservizi», il piccolo colosso della Provincia regionale di Catania che si occupa della manutenzione di uffici pubblici, verde e strade. Per dirla colle parole del sito societario la «mission» e la «vision» è di fornire «servizi di facilities management garantendo efficienza, efficacia ed economicità» e operare coi «criteri gestionali del multiservice e del global service». Con tutto questo traboccare di «burocratenglish», ammiccano i nemici, il governatore non poteva trovare di meglio. Stando al curriculum, infatti, il prescelto (che per pura coincidenza suona tromba e grancassa da mesi per il presidente regionale sul proprio blog dopo essere stato vicinissimo prima ai berlusconiani del «patto del pistacchio» e poi a Raffaele Lombardo) pare avere un «international profile» da funzionario Onu. Spiega infatti di essere stato «docente di Cultura europea e Scienze aziendali» all’Efal (Ente formazione e addestramento lavoratori) di Ragusa che pubblicizza corsi per hostess, acconciatori ed estetiste. Di essersi laureato «in Scienze Aziendali al Politecnico di Studi Aziendali di Lugano», poi messo nel mirino da una legge del Canton Ticino decisa a «contrastare in modo efficace il proliferare di sedicenti università e di enti che hanno distribuito titoli senza fornire garanzie di qualità sufficienti». Di avere un master in Direzione aziendale, Comunicazioni e Marketing alla Bocconi. E addirittura un master di perfezionamento post laurea triennale alla Columbia University di New York in Communication & Marketing. «Minchia! A Nuova Yorche? E quando mai ci andò?», ridono gli amici. «Online», precisa lui: se fa corsi online il Cepu perché mai non potrebbe farli la Columbia University? Ma l’inglese almeno lo sa? Il curriculum non lo precisa. Spiega solo che è «madrelingua italiano», che ha la patente A e B e tra le «Capacità e competenze organizzative» possiede la «leadership». Di due soli dettagli s’è scordato, nel curriculum: d’una condanna a quattro anni per reati vari legati a una truffa evaporata poi nella prescrizione e di una intercettazione in cui offriva tutto se stesso al forzista Carmelo Frisenna, processato con l’accusa d’essere «strutturalmente e organicamente inserito nel clan Santapaola-Ercolano»… Vuoti di memoria. Suoi e di Crocetta.