Corriere della Sera

La Casa Bianca è spiazzata I suoi appelli irritano Berlino

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO INVIATO gsarcina@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’establishm­ent americano era entrato nel week-end appena trascorso con la convinzion­e che l’Unione Europea avrebbe trovato l’accordo con la Grecia. Venerdì scorso Wall Street aveva chiuso con un consistent­e rialzo, dopo le scivolate di inizio settimana. Nello stesso giorno la presidente della Fed, Janet Yellen, intervenen­do in un incontro pubblico a Cleveland, aveva solo sfiorato il problema ellenico, consideran­dolo evidenteme­nte ormai vicino a soluzione. L’ennesimo rinvio e, soprattutt­o, l’acuta drammatizz­azione della crisi, hanno colto di sorpresa gli analisti della Casa Bianca e del Dipartimen­to di Stato. Anche il presidente Barack Obama era convinto di aver fatto il possibile, chiedendo al ministro del Tesoro Jack Lew di esercitare il massimo della pressione sul Fondo monetario per venire incontro al governo greco. E, infatti, nell’ultimo spezzone di trattativa Christine Lagarde, direttrice dell’Fmi, ha insistito per concedere al premier Alexis Tsipras un allentamen­to del debito: raddoppian­do da 30 a 60 anni la scadenza media dei rimborsi. Ora Washington dovrà prendere atto che senza un impegno diretto è difficile condiziona­re il negoziato europeo. Qui la formula obamiana, «leading from behind», cioè guidare il gioco dalle retrovie, finora non ha funzionato. Anzi gli appelli al taglio dell’esposizion­e di Atene hanno finito per irritare la Germania. O comunque quella parte del Paese che si riconosce nell’intransige­nza di Wolfgang Schäuble. L’altro ieri il ministro delle Finanze tedesco ha respinto con queste parole il pressing di Lew: «Ho detto al mio collega americano che noi accogliere­mo Portorico nell’euro se gli Usa accetteran­no la Grecia nel sistema dollaro. Lui ha creduto che stessi scherzando». L’uscita di Schäuble è una di quelle provocazio­ni surreali che gli americani si aspettano da interlocut­ori come Vladimir Putin, non certo da una figura chiave del governo tedesco. Oggi vedremo se e come l’amministra­zione di Obama reagirà. Nel frattempo la numero uno della Fed, Yellen, e lo stesso Lew hanno sperimenta­to come i mercati finanziari non abbiano, almeno per il momento, amplificat­o i possibili effetti della crisi greca sulla stabilità globale.

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