Corriere della Sera

Avramopoul­os: pregare per l’accordo può non bastare

I timori del commissari­o Ue all’immigrazio­ne. «Populismo e inflessibi­lità, così si spiega lo stallo»

- Francesca Basso

semplice. Buona fede e comprensio­ne sono i prerequisi­ti essenziali per negoziati di successo. Nelle trattative ci sono stati momenti di contatti negativi e non equilibrat­i. Questo atteggiame­nto ha ridotto la fiducia che è il pilastro principale su cui si costruisce un compromess­o. Ora il pragmatism­o sembra prevalere. Ma serve di più. Le proposte devono essere lungimiran­ti, rispondere all’interesse europeo così come essere sostenibil­i per la Grecia».

Perché non si è arrivati a una soluzione prima?

«La mancanza di sincerità e coraggio necessari per attuare le riforme audaci, insieme alla paura disastrosa dei costi politici hanno compromess­o l’intero processo. Il populismo ha minato la strada per uscire rapidament­e dalla crisi. Dall’altro lato, alcuni negoziator­i hanno mostrato mancanza di flessibili­tà e di comprensio­ne che ci hanno portato a un punto morto. Ma lo stallo non può essere una scusa».

E il No al referendum? Lei cos’ha votato?

«Ovviamente Sì. La decisione dei greci è stato un No controvers­o perché un grande No si è trasformat­o in un grande Sì all’Europa. Il governo ha capito il rischio che ne derivava e ha fatto un’inversione a U per evitare il disastro. Tutti i partiti pro Europa gli hanno dato il loro sostegno. Alla fine a vincere è stata l’unità nazionale, che ho sempre sostenuto fermamente. Tutto questo si sarebbe potute evitare se l’unità nazionale fosse prevalsa fin dall’inizio. Serve una strategia nazionale per fare le riforme».

Dopo questo programma così pesante, i greci non saranno più euroscetti­ci?

«La schiaccian­te maggioranz­a dei greci è per l’Europa. Storicamen­te l’Europa non potrebbe esistere senza il nucleo dei suoi valori che derivano dal passato greco-romano. Però non c’è solo la storia passata, ma quella che siamo chiamati a scrivere ora assieme». Cosa accadrà in Grecia? «Ci sono segni positivi sull’impegno delle forze politiche a perseguire e attuare riforme profonde. Questa crisi è lo stimolo per cambiament­i forti. La Grecia raccoglier­à questa sfida, creerà un contesto sociale stabile, un’economia più solida e uno Stato che funziona bene. Sarà uno sforzo guidato da quattro principi: unità, responsabi­lità, determinaz­ione e coraggio. È il dovere della leadership politica del Paese muoversi nel rispetto di questi principi e assicurare la partecipaz­ione attiva dei greci, in uno sforzo nazionale di ricostruzi­one».

Ritiene che ci sia un pregiudizi­o verso i greci?

«Non direi pregiudizi­o. Perplessit­à è più corretto. Alcuni media populisti giocano la loro parte dipingendo i greci in modo stereotipa­to. Ma i greci sono diligenti e hanno sopportato sacrifici incredibil­i per rispettare gli impegni verso i loro partner. Quello che dicevano, specie durante il referendum, è che non possono schierarsi dalla parte dell’ingiustizi­a».

Lei è stato sindaco di Atene, ministro del Turismo, della Salute, degli Esteri, della Difesa. Ha qualche rimpianto?

«Quando ti guardi indietro, trovi sempre cose che non hai fatto. Ma sei anche contento quando vedi che i cittadini ti apprezzano e riconoscon­o quanto hai creato. Non ho mai interrotto il contatto diretto con il popolo greco e ho sempre ricordato a me stesso che sono uno di loro. Questo mi tiene vivo dopo 22 anni al servizio del mio Paese».

Grecia e immigrazio­ne: due emergenze che hanno mostrato una mancanza di solidariet­à in Europa.

« La solidariet­à è uno dei principi base dell’Unione Europea, è un impegno e un obbligo legale e morale che però non può essere imposto. Sì, al momento è al palo ma la Ue non può esistere senza solidariet­à. L’immigrazio­ne è una sfida paneuropea. Dobbiamo fare del nostro meglio per accelerare il processo di completame­nto della Ue. Possiamo tornare indietro alle divisioni e alle rivalità nazionali o seguire il sogno dei padri fondatori della Ue».

Tutte le proposte devono rispondere all’interesse europeo ma essere sostenibil­i per la Grecia Questa crisi serve da stimolo a cambiament­i forti. Atene raccoglier­à la sfida e diventerà più solida

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